Il Sabato Santo a Gioia del Colle

Il Sabato Santo è l’unico giorno dell’anno in cui la Chiesa si astiene dal celebrare il rito della Messa; infatti, quasi in meditazione presso il sepolcro di Cristo, riflette sulla sua Passione e morte, in attesa della Risurrezione, così come Gesù stesso più volte aveva presagito: Distruggete questo tempio ed io lo ricostruirò in tre […]

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Chiese spoglie il Sabato Santo, in attesa della Resurrezione

Il Sabato Santo è l’unico giorno dell’anno in cui la Chiesa si astiene dal celebrare il rito della Messa; infatti, quasi in meditazione presso il sepolcro di Cristo, riflette sulla sua Passione e morte, in attesa della Risurrezione, così come Gesù stesso più volte aveva presagito: Distruggete questo tempio ed io lo ricostruirò in tre giorni.

L’altare è senza tovaglia e senza ornamenti e il tabernacolo è vuoto e rimane aperto fino alla solenne Veglia pasquale o attesa notturna della Risurrezione. In quel momento all’attesa subentra l’annuncio della gioia pasquale, che si protrae per cinquanta giorni, fino alla Pentecoste.

Nella giornata del Sabato Santo si può dare la santa comunione solo sotto forma di viatico.Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Il Sabato Santo a Gioia del Colle

Il Sabato Santo è il giorno del lutto, del silenzio, ma anche dell’attesa. Anticamente a Gioia del Colle, in questo giorno, tutte le Chiese esponevano la statua di Gesù morto e dell’Addolorata ed i fedeli rendevano l’omaggio al Figlio di Dio baciando i piedi dell’immagine del Cristo esanime. Inizialmente all’alba dalla Chiesa Madre partiva la processione dei Sacri Misteri Dolorosi, costituiti da otto immagini lignee seicentesche di Scuola Molfettese, raffiguranti Gesù nell’orto degli Ulivi, Gesù flagellato alla colonna, Gesù deriso con la canna, il mantello rosso e coronato di spine, Gesù che porta la Croce, Gesù Crocifisso, Gesù morto, la Croce con il sacro lenzuolo della Sindone e l’Addolorata. Chiudeva il sacro corteo il Capitolo con la reliquia insigne della Santissima Croce, portata dall’Arciprete sotto il sontuoso baldacchino.

La processione percorreva l’anello viario extra murale cittadino, sostando presso tutte le Chiese locali, con la fermata pietosa presso la Cappella delle Cinque Croci o pubblico Calvario e la Chiesa propria dell’Addolorata.

In seguito a vari incendi divampati in Chiesa Madre, le statue vennero bruciate e seriamente danneggiate e pertanto alcune famiglie nobili gioiesi si impegnarono a realizzare le nuove statue dei Misteri Dolorosi, che venivano custodite nelle proprie abitazioni. Pertanto la processione dei Misteri Dolorosi venne spostata alle quindici del Sabato Santo e le statue, partendo dalle case nobiliari, raggiungevano la Chiesa Madre e dopo la benedizione percorrevano lo stesso itinerario dell’anello viario extra moenia cittadino tradizionale.

Il silenzio nel Sabato Santo

La processione si scioglieva in Piazza San Francesco di Assisi, con la solenne benedizione della reliquia della Santa Croce. Questa iniziativa non piacque al popolo, in quanto le varie famiglie gareggiavano a chi realizzava l’apparato processionale più sfarzoso per trasportare le statue, divenendo motivo di contrasti, orgoglio, superiorità, liti e risse.

Quindi le statue vennero custodite presso le varie Chiese di Gioia ed ogni anno alle ore quindici del Sabato Santo venivano portate in processione, si riunivano in Chiesa Madre e percorrevano le strade cittadine, secondo il medesimo itinerario circolare tradizionale, sciogliendosi in Piazza San Francesco di Assisi per l’ostensione pubblica della reliquia del Santo Legno.

Nel tempo, la processione dei Misteri Dolorosi, fu occasione di contrasti nella gestione della processione e della manutenzione delle statue che subirono danni dovute all’umidità ed agli incendi. Pertanto nell’occasione del copatronato di San Rocco, il popolo propose che la Provvidenza avrebbe deciso quale Chiesa cittadina avrebbe gestito ed organizzato la processione della Passione di Gesù, provvedendo anche alla realizzazione delle statue.

L’ estrazione a sorte divina del bussolotto scelse la Confraternita di San Rocco, che avendo anche la reliquia della Sacra Croce, si impegnò a realizzare le nuove statue ed a organizzare la processione pomeridiana dei Misteri Dolorosi.

Con la riforma che prevedeva la Resurrezione di Gesù a mezzogiorno del Sabato Santo, la processione dei Misteri fu spostata alle ore sette del mattino e percorreva l’anello viario extra murale cittadino, per rientrare nella Chiesa di San Rocco per le ore undici. In questa occasione l’annuncio pubblico della Resurrezione veniva proclamato non in Chiesa Madre, ma presso la Chiesa Rettoria di San Francesco di Assisi per l’omaggio liturgico della Confraternita del Purgatorio che officiava nel Cappellone del Santissimo Sacramento, presso la Chiesa Matrice.

Tutte le Chiese gioiesi realizzavano l’apparato mobile di Gesù Risorto, che appariva, al suono delle campane, dopo l’apertura del sipario monumentale.

Subito dopo la Santa Messa Solenne pasquale dalla Chiesa di San Francesco di Assisi partiva la processione di Gesù Risorto che percorreva l’anello viario extra murale cittadino, per rientrare nella medesima Chiesa dopo aver effettuato la benedizione alla quattro tempora.

Con l’ulteriore riforma liturgica, che riportava la celebrazione della Pasqua alla Domenica, la processione di Gesù Risorto della Chiesa di San Francesco di Assisi venne soppressa e venne riabilitata per un solo anno quella della Chiesa Madre, che venne poi anch’essa abrogata.

Pertanto la processione dei Misteri della Chiesa di San Rocco fu spostata alla serata del Sabato Santo, per poi essere nuovamente spostata al pomeriggio del Venerdì Santo, in seguito alla soppressione della processione dell’Addolorata della Chiesa di San Francesco d’Assisi.

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3 Aprile 2021

  • Scuola di Politica

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