Il Giovedì Santo a Gioia del Colle

Il Giovedì Santo inizia il ‘triduo pasquale’, in preparazione alla Pasqua cristiana. Questo triduo costituisce l’apice ed il centro di tutto l’anno liturgico perché in quei giorni la Chiesa ricorda che Cristo, ‘nostra Pasqua’, con la sua morte ha sconfitto la morte, ha distrutto i nostri peccati  e con la sua risurrezione ci ha ridonato […]

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L’Ultima Cena, Leonardo da Vinci

Il Giovedì Santo inizia il ‘triduo pasquale’, in preparazione alla Pasqua cristiana. Questo triduo costituisce l’apice ed il centro di tutto l’anno liturgico perché in quei giorni la Chiesa ricorda che Cristo, ‘nostra Pasqua’, con la sua morte ha sconfitto la morte, ha distrutto i nostri peccati  e con la sua risurrezione ci ha ridonato la nuova e vera vita.

Il Giovedì Santo è un giorno ricco di sacre celebrazioni. La mattina del Giovedì Santo, in cattedrale, il Vescovo con i sacerdoti della sua diocesi concelebra la Messa crismale, durante la quale vengono benedetti gli oli santi, quello degli infermi, dei catecumeni e viene consacrato il sacro crisma.

Con il crisma, consacrato dal Vescovo, vengono unti i nuovi battezzati, vengono segnati sulla fronte i cresimandi, mentre con l’olio santo vengono unti gli infermi per ottenere sostegno e conforto nelle loro infermità.Durante la Messa vespertina, detta in Coena Domini, si fa memoria di alcuni riti che precedono la morte di Gesù: l’istituzione del sacerdozio e dell’Eucarestia.

Il ricordo della Cena del Signore introduce il memoriale della Passione di Gesù. Durante la Cena Gesù presentando il pane ai suoi discepoli dice: Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi. Poi offrendo loro il calice di vino dice: Questo è il calice della nuova alleanza nel mio sangue, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me. In questo modo la Cena eucaristica anticipa e raffigura la morte e risurrezione di Cristo, che costituisce il rito pasquale per eccellenza.

Durante la Messa si rievocano tre consegne del Signore: la consegna alla morte, mediante il tradimento di Giuda; la consegna del precetto dell’amore, espresso dal gesto della lavanda dei piedi; la consegna del sacramento eucaristico attraverso i segni del pasto comune e della condivisione del pane e del vino.

Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Il Giovedì Santo a Gioia del Colle

Secondo la Tradizione storica cristiana il Giovedì Santo è il giorno solenne che ricorda la partecipazione di Gesù all’Ultima Cena pasquale ebraica, l’istituzione dell’Eucarestia e del sacerdozio, la lavanda dei piedi agli Apostoli, il suo arresto e la sua incarcerazione. Il Giovedì Santo è  la prima memoria solenne liturgica del Corpus Domini in forma penitenziale.

Anticamente a Gioia del Colle alle ore quindici del Giovedì Santo, la Cappella del pubblico Calvario, presso la Cappella delle Cinque Croci, che ricordavano le cinque grosse piaghe di Gesù, partiva la solenne processione eucaristica, con le confraternite Gioiesi, il Capitolo e gli ostensori, contenenti l’Ostia Eucaristica di tutte le Chiese della città, seguita dai fedeli festanti.

Dopo aver  percorso l’anello viario extra murale cittadino, gli ostensori venivano intronizzati nei sontuosi apparati degli altari della Reposizione, delle proprie Chiese, sempre in ordine di fondazione. La processione Eucaristica si concludeva in Chiesa Madre e nel Cappellone del Santissimo Sacramento retto dalla Confraternita del Purgatorio.

Altare della Reposizione nella Chiesa di San Domenico

Alle ore diciotto suonavano per l’ultima volta le campane di tutte le Chiese, che, secondo la credenza locale, volavano a Roma presso la Chiesa di Santa Maria in Vallicella, richiamate da San Filippo Neri. Quindi si celebrava la Santa Messa solenne in Coena Domini, si benediva l’olio santo sacramentale, offerto dalle famiglie nobili cittadine, si realizzava la lavanda dei piedi a dodici malati o indigenti della città e si realizzava la distribuzione del Pane dei Poveri, offerto dalle categorie produttive locali, presso tutte le Chiese gioiesi.

Al termine, dopo la benedizione, le Confraternite, i sacerdoti ed i fedeli effettuavano la visita ai Repositori Eucaristici di tutte le Chiese e Cappelle cittadine, comprese quelle campestri.

I Gioiesi tenevano moltissimo alla visita dei popolari sepolcri, in quanto, questa pia pratica devozionale, risaliva alla Visita delle Sette Chiese istituita da San Filippo Neri a Roma, a cui partecipava lo stesso Santo della Gioia, sostituito anche dalla sua statua, quando era impedito a parteciparvi a causa dell’età avanzata o della malattia. La visita ai repositori eucaristici durava tutta la notte, fino alle ore otto del mattino, seguente.

In periodi di epidemie, carestie, calamità naturali, terremoti, giubilei o eventi straordinari, la visita ai Repositori eucaristici delle Chiese cittadine era accompagnata dalla statua di San Filippo Neri in abiti feriali o anche dalla statua di San Rocco.

Nel tempo la processione eucaristica venne spostata   al termine della Santa Messa in Coena Domini, partendo dalla Chiesa Madre, per raggiungere tutte le Chiese cittadine, senza l’accompagnamento delle statue dei Santi patroni di Gioia del Colle.

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1 Aprile 2021

  • Scuola di Politica

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