22 Maggio: la festa liturgica di Santa Rita a Gioia del Colle

Pur essendo una delle Sante più venerate non solo in Italia, ma in tutto il mondo cattolico, Santa Rita (1381-1457)  ha avuto un lungo percorso verso la santificazione. Infatti Santa Rita da Cascia  venne beatificata da Papa Urbano VIII nel 1627, ben 180 anni dopo la morte, e canonizzata da Papa Leone XIII nel 1900, […]

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Altare con la statua di Santa Rita nella Chiesa di Sant’Angelo

Pur essendo una delle Sante più venerate non solo in Italia, ma in tutto il mondo cattolico, Santa Rita (1381-1457)  ha avuto un lungo percorso verso la santificazione. Infatti Santa Rita da Cascia  venne beatificata da Papa Urbano VIII nel 1627, ben 180 anni dopo la morte, e canonizzata da Papa Leone XIII nel 1900, a 443 anni dalla sua morte.

Per seguire il volere dei genitori si sposò, pur manifestando sin da piccola il desiderio di consacrarsi a Dio, fu costretta a sposarsi e dal matrimonio ebbe due figli.

Nel Martirologio Romano troviamo scritto: Santa Rita, religiosa, che, sposata con un uomo violento, sopportò con pazienza i suoi maltrattamenti, riconciliandolo infine con Dio; in seguito, rimasta priva del marito e dei  figli, entrò nel monastero dell’Ordine di Sant’Agostino a Cascia in Umbria, offrendo a tutti un sublime esempio di pazienza e di compunzione.

Visse nel monastero per quaranta anni. Il suo corpo è conservato e venerato nel santuario di Cascia, che è meta di numerosi pellegrinaggi.

Santa Rita viene considerata la patrona delle donne maritate infelicemente e dei casi disperati, infatti ha il titolo di “santa dei casi impossibili”, cioè di quei casi clinici o di vita, per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione, molte volte si sono risolti positivamente per l’intercessione miracolosa della Santa.Il culto di Santa Rita è abbastanza sentito anche a Gioia del Colle, come è attestato dalla presenza di statue della Santa sia nella Chiesa di Sant’Angelo che in quella di Santa Lucia.

A conferma di quanto affermato, di seguito riporto alcune ricerche del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Curiosità sulla festa di Santa Rita.

Prima della venuta dei Padri Agostiniani la festa di Santa Rita da Cascia veniva celebrata nella Chiesa di San Rocco, in quanto la Santa veniva associata al Taumaturgo francese per via delle piaghe presenti in entrambi i Santi.

Nella Chiesa di San Rocco vi era un quadro votivo ed un bassorilievo in cartapesta ad  uso devozionale.

Alcuni autori identificano il quadro presente nella Chiesa di San Rocco con quello che era presente in quella di Sant’Angelo, introdotto dagli Agostiniani.

A causa dei rinnovamenti liturgici, la festa fu trasferita nella Chiesa di Sant’Angelo in seguito alle missioni agostiniane.

La festa liturgica di Santa Rita da Cascia. Memoria del 22 Maggio.

Festa liturgica e devozionale, introdotta a Gioia del Colle dai Padri Agostiniani, che, officianti presso la Chiesa di Sant’Angelo, donarono le reliquie ossee e dell’abito di Santa Rita da Cascia, attualmente conservate nell’omonima rettoria.

Anticamente i Padri Agostiniani fecero realizzare un quadro della Santa che veniva portato in processione, insieme alle reliquie, nel centro storico, dopo la Santa Messa solenne, officiata in mattinata nella Chiesa di Sant’Angelo.

Al termine della processione c’era l’ostensione pubblica, la benedizione ed il bacio delle reliquie. Nel pomeriggio, dopo il panegirico, dedicato alla Santa, venivano benedetti il pane dei poveri e le rose rosse della Carità.

Il pane benedetto veniva distribuito ai poveri oppure veniva mangiato dai fedeli durante la cena, dopo aver recitato tre “Ave Maria”. Il pane veniva dato anche agli ammalati per augurare la guarigione.

La statua di Santa Rita nella Chiesa di Santa Lucia

Alcune famiglie, invece, conservavano il pane in casa affinché si scongiurasse la carestia o la mancanza di cibo e lavoro.

Le rose venivano donate alle bambine ed alle ragazze che dovevano sposarsi, affinché la Santa le proteggesse nel matrimonio, rendendo i mariti docili, fedeli e puri.

Le rose venivano conservate in casa, nei cassetti dei corredi. Se la rosa si appassiva, chi l’aveva ricevuta viveva a lungo, se invece rimaneva intatta avrebbe goduto felicità e benessere. Pertanto non venivano sciupate, per allontanare la cattiva sorte, anzi venivano inserite nei materassi di paglia, come auspicio di fertilità.

Nella simbologia cristiana la rosa rappresenta la Carità e la Rosa Mistica è la Madonna.

A Santa Rita, definita la Santa degli impossibili, venivano presentate le situazioni umane più disperate, che in caso di indegno ascolto venivano affidate prima a San Rocco e poi a San Filippo Neri.

In seguito, il quadro, rovinato dall’umidità, venne sostituito nel Novecento da un gruppo statuario in cartapesta leccese, opera del maestro Manzo. Il gruppo statuario raffigura Santa Rita da Cascia in estasi, inginocchiata ai piedi di Gesù Crocifisso, assistita e sorretta dall’Arcangelo Gabriele.

L’opera ritrae il miracolo della spina, che staccandosi dalla testa di Gesù Crocifisso, con un raggio di luce, si impresse sulla fronte della Santa, rimanendo come piaga inguaribile fino alla morte.

Santa Rita da Cascia aveva chiesto al Signore Gesù di condividere in modo indegno la Sua gloriosa Passione e pertanto miracolosamente ricevette il segno doloroso della Sua comunione con il Salvatore.

Attualmente la festa di Santa Rita da Cascia si celebra nella Chiesa rettoria di Sant’Angelo e prevede l’officio liturgico, con la Santa Messe solenne e la traslazione della statua della Santa in Piazza Livia, il bacio della reliquia e la distribuzione delle rose benedette.

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22 Maggio 2021

  • Scuola di Politica

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