Il portale restaurato della Chiesa di Sant’Angelo a Gioia

Nel Centro storico di Gioia è ubicata una delle Chiese più antiche di Gioia del Colle. Da alcuni documenti normanni del XII secolo apprendiamo che intorno al 1170 l’abate Arivie avrebbe fatto costruire a sue spese, nei pressi del castello, una chiesa dedicata a santo Stefano. In un successivo periodo questa veniva chiamata chiesa “di […]

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La Chiesa di Sant’Angelo con il portale color verde

Nel Centro storico di Gioia è ubicata una delle Chiese più antiche di Gioia del Colle.

Da alcuni documenti normanni del XII secolo apprendiamo che intorno al 1170 l’abate Arivie avrebbe fatto costruire a sue spese, nei pressi del castello, una chiesa dedicata a santo Stefano. In un successivo periodo questa veniva chiamata chiesa “di San Giovanni”.

Tra la fine del secolo XV ed il principio del successivo giunge a Gioia un contingente di soldati Albanesi, detti anche Schiavoni ( perché originari della Sclavonia ), al seguito di Bartolomeo Paoli, per offrire il proprio aiuto agli Aragonesi. Molti di quei soldati al termine delle operazioni militari non rientrano nella loro terra, ma rimangono a Gioia e fissano la propria dimora nella zona che va dalla parte est del castello a quella nord della Chiesa Matrice, rione che da loro prende il nome di Borgo degli Albanesi o degli Schiavoni.

Poiché gli Albanesi professavano la religione greco-ortodossa, tra il 1500 e il 1506, per praticare il loro culto, ” pensano di ampliare, restaurare ed abbellire l’antica Chiesa di S. Giovanni” o S. Maria di Costantinopoli, in cui si officiava secondo il rito greco, il loro rito, come si legge in due epigrafi poste sulla facciata ovest della Chiesa, in via Arciprete Gatta, e che si riferiscono, la prima alla Cappella di San Michele Arcangelo, e la seconda alla Cappella di san Giovanni Battista e all’Ospedale adiacente.In questi giorni è stato completato il restauro del portale della Chiesa di Sant’Angelo. Il portale, che aveva un rivestimento in vernice color verde, è stato sverniciato e ha portato alla luce la colorazione tipica del legno di ulivo con cui era stato realizzato, su quale è stato apposta una vernice protettiva trasparente. Il portale è composto di due ante a tutta altezza, all’interno delle quali sono inserite altre due ante più basse, che, aprendosi, permettono l’accesso nella Chiesa.

Ogni anta è composta di 14 formelle, due disposte in senso orizzontale e sette in senso verticale. Le formelle hanno una forma quadrangolare, più larghe le due file interne e più piccole le due  esterne; tutte le formelle nella parte centrale hanno incastonata una borchia metallica color nero.

Di seguito riporto una ricerca storica effettuata dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Dalla sua fondazione, la Chiesa di Sant’Angelo di Gioia del Colle, ha cambiato sette portali principali.
Il primo portale fu creato dal fondatore della Chiesa, l’Abate Arivie che lo volle in legno d’ulivo proveniente da Gerusalemme.

Il disegno artistico e simbolico è rimasto uguale nel tempo, ricalcando la struttura originaria, come atto scaramantico. 

L’Abate Arivie progettò un portale rettangolare con due ante in cui nella parte esterna erano presenti ventotto formelle quadrate internamente e rettangolari esternamente, con 28 borchie metalliche decorative a basso rilievo.

Il numero ventotto era dato dalla moltiplicazione del numero sette, simbolo del perdono, delle virtù e dei doni dello Spirito Santo, per il numero quattro, simbolo dei quattro Evangelisti e delle Quattro Tempora. 

Il portale restaurato della Chiesa di Sant’Antonio

Il portale, ubicato verso Nord, in direzione di Monte Sant’Angelo, luogo della prima apparizione  di San Michele Arcangelo sul promontorio del Gargano, rappresenta la Porta del Paradiso, la Porta del Perdono, la Porta del Giubileo e la Porta  Sacra della salvezza identificata con lo stesso Gesù.

Il portale rappresenta anche, con le sue decorazioni metalliche a rilievo e le quadrettature, la corazza della Fede del Principe delle Milizie Celesti e lo scudo contro il Male ed il Demonio.

Le ventotto borchie metalliche a rilievo rappresentano le rose mistiche stellate, simbolo di purezza, saggezza, Carità e di Luce ed indicano la Costellazione della Bilancia, attributo di San Michele Arcangelo di Sole e giudice delle anime.

I portali sono sempre stati realizzati in legno d’ulivo, con il contributo dei fedeli ad eccezione del quarto portale che fu realizzato dagli Schiavoni in legno di cedro del Libano.

L’ultimo portale fu fatto realizzare da Monsignor Giove in occasione del patrocinio di Sa Filippo Neri e fu decorato con una vernice verde simbolo della Speranza e della vittoria del Bene sul Male e quindi della lotta celeste intrapresa da San Michele con Lucifero ed i suoi angeli ribelli.

L’ultimo portale subì tre restauri e venne stuccato sempre con vernici di colore verde, simbolo e tinta sacra del Tempo Liturgico Ordinario.

Il primo portale, proveniendo dall’Orto degli Ulivi di Gerusalemme, fu diviso ed i suoi pezzi vennero donati al clero, ai notabili ed ai fedeli benefattori.

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9 Dicembre 2020

  • Scuola di Politica

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