Il Natale tradizionale gioiese: “Le nove lampade”

Perdura nel nostro paese una devozione antica: la tradizione della novena di Natale,  nove giorni di preparazione alla nascita di Gesù, tradizione collegata alla pratica delle nove lampade. Ogni  giorno, alle prime ore del mattino, a partire dal 16 dicembre, viene accesa una lampada, da parte di giovani o adulti della parrocchia, al canto del […]

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Le nove lampade

Perdura nel nostro paese una devozione antica: la tradizione della novena di Natale,  nove giorni di preparazione alla nascita di Gesù, tradizione collegata alla pratica delle nove lampade.

Ogni  giorno, alle prime ore del mattino, a partire dal 16 dicembre, viene accesa una lampada, da parte di giovani o adulti della parrocchia, al canto del “Tu scendi dalle stelle” di S. Alfonso Maria de’ Liguori. Il nono giorno c’è  l’accensione dell’ultima lampada, accompagnata da un intenso momento di preghiera, che simboleggia la Luce che la nascita di Gesù porta a tutti gli uomini.

Il numero nove delle lampade ha un valore simbolico, ottenuto dalla moltiplicazione al quadrato del tre simbolo della Trinità. Le lampade vengono poggiate su un candelabro rituale che ricorda molto la “menorah” ebraica.Dopo che ciascuna lampada viene accesa vengono  recitate comunitariamente le parole delle cosiddette antifone “O”  o anche antifone maggiori, i cui versetti iniziano con l’invocazione “O” (“O Sapienza di Iesse”, “O Germoglio di David”…), invocazioni, queste, che i presenti rivolgono a Gesù Bambino nascente e che inaugurano i tempi messianici –  tempi attesi dai profeti dell’Antico Testamento, che dai Padri della Chiesa in poi sono stati riferiti alla nascita di Gesù – a cui segue la celebrazione della Santa Messa.

Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Secondo la tradizione locale, nell’Ottobre del 1219 giunse a Gioia del Colle San Francesco di Assisi, di ritorno dal viaggio effettuato nel Giugno dello stesso anno il Palestina per incontrare il sultano d’Egitto Al-Malik Al-Kamil, nipote del ‘feroce’ Saladino e per portare la pace, durante la V Crociata.

San Francesco di Assisi soggiornò con otto frati, tre giorni, presso le grotte carsiche presenti sotto l’attuale Convento francescano. Dopo aver incontrato e benedetto la popolazione, raccomandò ai Gioiesi di volersi bene, di vivere in pace, di amare la Santissima Trinità, Maria ed i Santi e di allestire il Presepe. San Francesco di Assisi ogni mattina veniva riscaldato dal falò appiccato dai contadini, ai quali il Santo aveva raccontato di aver camminato su di un tappeto di carboni ardenti per confermare l’autenticità delle sue intenzioni pacifiche, presso il sultano d’Egitto, rimanendo incolume e percorrendo nove passi.

Dopo la partenza di San Francesco di Assisi, i contadini, ricordando i nove passi compiuti dal Santo, durante la novena di Natale, all’alba accendevano nove fuochi, bruciando le propaggini dei vitigni, per illuminare con le fiaccole la cerimonia religiosa. Nel tempo i nove fuochi divennero nove fiaccole e poi nove lampade ad olio offerte da nove categorie produttive maggiori Gioiesi a tutte le Chiese cittadine. Prima le nove lampade ad olio venivano utilizzate per ardere nelle solennità religiose e per gli scopi sacramentali e liturgici. In seguito l’olio delle lampade venne donato ai poveri della città e si utilizzarono lumini più piccoli.

Il rito delle nove lampade inizialmente celebrato in tutte le Chiese di Gioia del Colle, dopo venne effettuato nella sola Chiesa Madre per motivi di sicurezza. Le nove lampade scandivano la solenne novena del Natale, per ogni giorno del novenario veniva accesa, prima dell’alba, una lampada, con il rito della Luce, che ardeva in un lampadario, posto all’ingresso della Chiesa Madre, per tutto il tempo liturgico natalizio, per poi essere dismesso solennemente in occasione della Candelora.

Memori della visita di San Francesco di Assisi, in occasione del Natale, le famiglie Gioiesi allestivano il Presepe domestico, utilizzando materiali semplici e statuine di creta.  Anche le Chiese e le famiglie nobili realizzavano una sorta di gara sacra e chi realizzava il Presepe più bello, più particolare e suggestivo. I nobili, come segno distintivo di fedeltà a San Francesco di Assisi ed alla Sacra Famiglia, per ottenere la felicità coniugale, lasciavano per tutti i dodici mese il Presepe, arricchendolo di anno in anno, anche con materiali preziosi.

Il Presepe nella Chiesa di San Francesco

Per tradizione il Convento francescano allestiva il Presepe più grande e monumentale, che competeva bonariamente con il Presepe della Chiesa di San Rocco, essendo il Santo francese, terziario secolare e seguace del “Poverello di Assisi”.

Anticamente durante la Santa messa solenne di mezzanotte, si benedivano le statue di Gesù Bambino dei Presepi di tutte le Chiese di Gioia del Colle. Al termine della Sacra liturgia, in processione, con le fiaccole, le varie statue raggiungevano le proprie Chiese, per far “nascere” Gesù Bambino nel proprio Presepe. Dopo, lo stesso rito veniva svolto presso i Presepi domestici.

Nel passato si assisteva anche, nel giorno di Natale, alla solenne processione di Gesù Bambino, portato a spalle dai sacerdoti Gioiesi che, partendo a mezzogiorno dalla Chiesa Madre, percorreva l’anello viario extramurale cittadino, seguito da tutti i bambini della città e culminava con la solenne benedizione in Piazza San Francesco di Assisi, per poi rientrare nella medesima Chiesa Matrice. La statua di Gesù Bambino era esposta con l’apparato natalizio, per tutto il periodo festivo, quindi il giorno dell’Epifania veniva riportato in sacrestia, dopo il bacio dei piedi. Terminata la reposizione, veniva intronizzata la statua di Gesù fanciullo benedicente, che permaneva fino alla Candelora. 

I Presepi, inaugurati il giorno dell’Immacolata Concezione, celeste patrona dell’Ordine Secolare Francescano, venivano esposti fino al giorno 02 Febbraio, festa della Candelora o della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio di Gerusalemme ed erano dismessi il giorno seguente.

In ogni famiglia gioiese si celebrava la novena natalizia e dopo la Messa di mezzanotte si faceva “nascere” Gesù Bambino nel proprio Presepe, con canti, candele e la processione domestica. Il componente più piccolo della famiglia portava tra le mani la statuetta di Gesù Bambino, mentre la persona più anziana, dopo la recita delle preghiere ed aver cantato l’inno “Tu scendi dalle stelle”, impartiva la benedizione per allontanare ogni male con un ramo di arance preso dal semplice albero natalizio.

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18 Dicembre 2020

  • Scuola di Politica

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