Un mestiere scomparso: il banditore

Una delle figure più pittoresche che un tempo animavano la vita delle nostre comunità, uno dei  mestieri ormai scomparsi è senza dubbio quello del civico banditore. Un tempo per le vie del paese, si poteva ascoltare il richiamo degli ambulanti, che propagandavano merci sia in acquisto che in vendita: chi ha uova da vendere, chi […]

Print Friendly, PDF & Email

Una delle figure più pittoresche che un tempo animavano la vita delle nostre comunità, uno dei  mestieri ormai scomparsi è senza dubbio quello del civico banditore.

Un tempo per le vie del paese, si poteva ascoltare il richiamo degli ambulanti, che propagandavano merci sia in acquisto che in vendita: chi ha uova da vendere, chi ha da vendere olive, chi vuole ritirare capelli caduti in sede di pettinatura oppure di stracci di stoffa, in cambio di aghi, o pettinini, o spagnolette di cotone.

Molti artigiani di passaggio giravano, a piedi o in bici, proponevano la riparazione di recipienti in terra cotta o di ceste e panieri oppure la molatura di coltelli, forbici e attrezzi da lavoro oppure il rivestimento con stagno della superficie interna di pentole e caldaie in rame rosso.

Il termine bando, probabilmente dal  gotico bandwa, segno e dal latino medievale bandum o bannum indica l’annunzio pubblico che in tempi antichi veniva gridato da un banditore, attività oggi sostituita dalla notificazione  con avviso a stampa.

Il banditore nei tempi passati oltre a proclamare pubblici bandi, ordinanze,  a suono di tromba o di altri strumenti era anche colui che pubblicizzava al popolo le merci che i cittadini mettevano in vendita. Il bando è dunque la proclamazione a voce di un annuncio, di un decreto.

Il banditore durante il medioevo rendeva pubbliche le ordinanze delle autorità ai cittadini. Con il passare del tempo questa figura assunse una duplice valenza: se da un lato informava il popolo su quelle che erano le leggi da rispettare dall’altro propagandava le attività commerciali, precorrendo le moderne forme di pubblicità.

Oggi il settore della pubblicità ha ormai raggiunto un livello di tutto rispetto, mentre fino a circa sessanta anni fa si dava scarso peso a questa attività.

Basti pensare che nel 2006, secondo le analisi statistiche compiute dall’Università “La Sapienza”, le aziende italiane hanno investito in iniziative pubblicitarie e di comunicazione più di 19 miliardi di euro, corrispondenti all’1,2% del prodotto interno lordo del Paese; 9,5 miliardi attraverso i mezzi classici (quotidiani, periodici, TV, radio) e 9,8 miliardi sotto forma di componenti di comunicazione (direct reponse, promozioni, relazioni pubbliche, sponsorizzazioni, internet).

Il bando indicava non solo il contenuto dell’ordinanza ma anche il documento che la conteneva: ancora oggi si bandisce un concorso, si proclama.

Chi trasgrediva le disposizioni del bando veniva bandito, posto al bando messo fuori legge. Essere messo al bando significa essere mandato in esilio.

Il bando è, quindi,  una primordiale forma di pubblicità.

Fino agli inizi del ‘900 gran parte della popolazione meridionale era analfabeta e quindi non era in grado di leggere né ordinanze né manifesti; per questo molti annunci (sia delle autorità locali che di privati per scopi commerciali) venivano proclamati da un banditore.

Non era infrequente in passato imbattersi per strada nel banditore. Fino alla fine degli anni ’50 le Amministrazioni comunali si servivano di un banditore per comunicare ai cittadini eventi, ordinanze e notizie riguardanti la vita del Comune o alcune scadenze o adempimenti.

Una tendenza, questa, che trova radici nella tradizione medievale  utilizzata dai sovrani per far giungere ai loro cittadini notizie riguardanti leggi, dispacci,  decisioni, ordinanze prese dal signore e padrone delle terre a lui sottomesse.

Infatti il banditore, così come avveniva in tempi antichi, fornito dapprima di un tamburo e successivamente di una cornetta d’ottone, girava per  i vari rioni del paese per comunicare notizie importanti e decisioni adottate dal Consiglio comunale.

Venivano prima annunciati i bandi commissionati dalle Autorità: la chiamata alla visita di leva e le delibere del Comune e poi quelle dei privati cittadini.

Si fermava agli angoli delle strade, suonava il suo tamburo o la cornetta, per richiamare l’attenzione dei cittadini e, dopo due o tre lunghi e acuti squilli di cornetta o di rullo del tamburo, nel più rigoroso linguaggio dialettale locale dava libero sfogo ai polmoni, gridando ai quattro venti un messaggio che gli era stato commissionato dall’Amministrazione o da un privato cittadino,  ossia “  gettava il bando ”, preceduto dal classico “ Udite, udite “ o “ Per ordine del signor Podestà” o “ II signor Sindaco avverte “, o ancora "il signor Giudice Conciliatore comunica", “ il Sindaco manda a dire che domani mancherà l’acqua, fate una buona scorta perché non si sa quando l’erogazione sarà ripristinata …  “.

Nel caso in cui gli annunci fossero più di uno, intercalava gli stessi con uno squillo di trombetta.

Esistevano diverse tipologie di bandi. I più importanti erano quelli delle istituzioni e si davano per alcune sere, all'imbrunire, quando già la popolazione era raccolta in casa. 

L'annuncio poteva riguardare sia una comunicazione dell'autorità, sindaco o podestà che fosse, sia una comunicazione commerciale.

Solo alla fine venivano i cosiddetti  “consigli per gli acquisti”, annunci pubblicitari riguardanti carne fresca di bassa macelleria, frutta, vino novello o vecchio al dettaglio: Se volete acquistare un litro di buon vino dovete andare alla cantina di…  E’ arrivato in piazza un commerciante di stoffe, di pesce, di carboni… affrettatevi perché non porta con sé un gran quantitativo di merce.    

Il banditore del paese al mattino annunciava l’arrivo al mercato coperto del paese del pescivendolo, del fruttivendolo, come anche  l’arrivo dell’arrotino o del venditore di vestiti.

A piedi o appoggiandosi al manubrio di una vecchia bicicletta, il banditore annunciava alla popolazione  l’arrivo, l’indomani mattina, di una baracca con formaggi e salumi,  per segnalare che un Tizio aveva smarrito la chiave di casa e, quindi, si pregava chi l’avesse eventualmente trovata di volerla restituire, dietro adeguato compenso, o per informare che il giorno successivo, all’Ufficio comunale di collocamento, sarebbe stata corrisposta, agli aventi diritto, l’indennità di disoccupazione.

Con il bando, si rendeva noto anche l'inizio dell'anno scolastico.

Altro tipo di bando era quello di avviso/diffida, "Nessuno abbia l'ardire … sarà denunciato", che, il cittadino interessato faceva registrare al protocollo del Comune e il banditore doveva dare avviso per tre sere consecutive.

Altri esempi di annunci potevano essere: l’entrata in vigore della possibilità di pascolare, senza rispettare i confini, i vari campi di grano dopo la mietitura o la denuncia di furti avvenuti in alcuni sfortunati terreni, il periodo per condurre il bestiame al pascolo nei terreni gravati dall’uso civico o altre notizie utili alla comunità.

Con lo stesso sistema si rendeva noto l'organizzazione di pellegrinaggi nei vari Santuari e l’arrivo del  riparatore di oggetti in creta oppure un bando commissionato per la programmazione di un film.

Anche i venditori ambulanti usufruivano di questo servizio: in questi casi il banditore girava il paese gridando il messaggio da annunciare.

Bisognava avere molto fiato e buone gambe per percorre le accidentate strade del paese, non ancora lastricate o bitumate.

Spesso il banditore assumeva un portamento marziale: si piantava a gambe divaricate in mezzo al crocevia e dopo i classici squilli della sua trombetta aspettava che la gente spalancasse usci e finestre e si radunasse  tutt’intorno a lui.

Erano stabilite le tappe e i punti in cui fermarsi per eseguire il  bando anche per un migliore ascolto e per il concorso di un numero consistente di cittadini: piazze, quartieri storici, chiese…

Nel primo caso il compenso, per il bando eseguito per conto dell’Amministrazione comunale, al banditore era pagato dal Comune, nel secondo dal commerciante che aveva commissionato il bando.Quando il banditore esercitava il suo compito per qualche mercante il compenso a volte consisteva in una sorte di baratto; il banditore esercitava la sua arte e il venditore lo pagava in natura, cioè con la sua merce: frutta, verdura, pesce ed altri generi che aveva pubblicizzato.

Spesso, richiamati dal suono della trombetta o del tamburo, intorno al banditore si radunava una frotta di ragazzi che, con il loro assordante vocio, riuscivano ad annullare la sonorità delle parole del banditore. Essi erano prontamente richiamati dalle mamme, desiderose di ascoltare le novità annunciate nel bando.

In passato vi era anche l’obbligo per tutti i cittadini di dedicare una giornata di lavoro alla    riparazione delle strade: chi aveva dei carri doveva dedicare una giornata per ogni carro posseduto, utilizzata per il trasporto della ghiaia, chi non ne aveva offriva le proprie braccia per spargere la ghiaia sulle strade.

Gli annunci del banditore servivano anche per organizzare queste attività.

Generalmente l'incarico di banditore pubblico veniva conferito ad una persona che lavorava per il Comune, impiegato in altre mansioni, come guardiano del cimitero, netturbino, guardia boschi, operaio generico o da cittadini socialmente  disagiati. Con il passare del tempo, la professione del banditore si è evoluta. Oggi l'antica figura del banditore la troviamo ancora; è passata ad indicare un dipendente o un collaboratore al servizio delle maggiori case d’asta.

I banditori decantavano con cantilene musicali il prodotto, creando un'atmosfera particolare. La voce del banditore echeggiava nei vicoletti con i toni alti e bassi della voce. Decantare la merce era un mestiere che spesso si tramandava da padre in figlio. Quando si percepiva la voce del  banditore le donne  aprivano le finestre o i balconi o uscivano sull'uscio di casa. 

La maestria stava non solo nel modulare il tono di voce, ma anche nello scegliere il crocevia dove il richiamo, forte e chiaro, si propagava in modo uniforme così da non affaticare troppo le sue corde vocali.
Spesso ritroviamo  nelle riunioni comunali di Gioia le deliberazioni riguardanti la nomina del banditore e la fornitura di un tamburo o di una cornetta per l’espletamento di tale compito.

Ricordiamo a titolo esemplificativo che il 19 agosto 1890  la Giunta municipale di Gioia delibera  di pagare le spese per le pelli al tamburo col quale si  pubblicano i bandi del Comune. Infatti i colpi prodotti dalla mazza sul tamburo finivano spesso per rovinare la pelle che copriva  lo strumento, che richiedeva quindi  una continua manutenzione.

Con l’istruzione di massa, la scomparsa dell’analfabetismo e la diffusione dei mezzi di comunicazione moderna, come i manifesti, la figura del banditore è stata “ posta al bando “, cioè è andata in pensione e si è persa una secolare tradizione cittadina insieme a una delle figure più caratteristiche e popolari.

Alle nuove generazioni che non hanno conosciuto questo tipico personaggio di ogni comunità cittadina resta almeno il ricordo della presenza del banditore attraverso il racconto di chi lo ha conosciuto e ne ha apprezzato il suo ruolo all'interno della comunità  del Comune.

©  E' consentito l'utilizzo del contenuto di questo articolo per soli fini non commerciali, citando la fonte e il nome dell'autore.

Print Friendly, PDF & Email

14 Febbraio 2011

  • Scuola di Politica

Inserisci qui il tuo Commento

Fai conoscere alla comunità la tua opinione per il post appena letto...

Per inserire un nuovo commento devi effettuare il Connettiti

- Attenzione : Per inserire commenti devi necessariamente essere registrato, se non lo sei la procedura di LOGIN ti consente di poter effettuare la registrazione istantanea.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.