Francesco e Sebastiano Capurso

CapursoUn medico gioiese agli inizi del 900 parte per le Alpi svizzere e  tornò dalla Valtellina (SO) con i due nipoti con vacche svizzere di razza brunalpina, bovini meno esigenti delle altre razze nel cibo e produttrici di maggior quantità di latte, e che quindi  sostituirono la locale podolica.

Questa scelta rivoluzionaria per quegli anni mise gli allevatori nella condizione di produrre molto latte e ai piccoli laboratori artigianali  caseari locali consentirono di avere a disposizione la materia prima per la trasformazione del prodotto vaccino locale. Si trattava di piccole botteghe-latterie più di veri e propri caseifici, in cui artigiani del latte lavoravano la materia prima per trasformarla i bunrro, mozzarelle e formaggi. Tra queste botteghe figurava ai primi del’900 quella di Orazio  e Clemente Milano  in via della Stazione, oggi villino Tateo.

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