Meningite e prevenzione

In relazione ai casi di meningite registrati in questi ultimi giorni, e in particolare in Veneto, si ritiene utile fornire un quadro complessivo della situazione sia dal punto di vista epidemiologico che da quello della prevenzione e del controllo della malattia. Nonostante la meningite sia in costante diminuzione, ogni anno in Italia si verificano circa […]

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Dott. Tommaso DonvitoIn relazione ai casi di meningite registrati in questi ultimi giorni, e in particolare in Veneto, si ritiene utile fornire un quadro complessivo della situazione sia dal punto di vista epidemiologico che da quello della prevenzione e del controllo della malattia.
Nonostante la meningite sia in costante diminuzione, ogni anno in Italia si verificano circa 900 casi di meningite batterica. Si tratta di una malattia infettiva grave, ma curabile, anche se si presenta con una mortalità significativa (14% dei casi), in particolare nella sua forma fulminante, come è accaduto nel caso del focolaio epidemico del Veneto provocato dal batterio Meningococco di gruppo C.
Dei 900 casi italiani circa un terzo è causato dal Meningococco (prevalentemente di gruppo C), un altro terzo da Pneumococco, mentre gli altri casi per oltre la metà erano causati dal batterio Emofilo, ormai sconfitto grazie alla vaccinazione specifica di massa dei neonati già attiva in Italia da 7 anni. L'altra metà (circa un sesto dei casi) è invece causata da diversi batteri.
In Italia il tasso di incidenza di meningite meningococcica, che è quella più contagiosa, è tra i più bassi in Europa. Negli ultimi 7 anni si sono registrati in Italia 447 casi di meningiti da meningococco di gruppo C con 63 decessi (14%). Dal gennaio al settembre di quest'anno sono stati notificati 20 casi di meningite C e 2 decessi (non includendo quelli attuali): dopo un rapido aumento dei casi in Italia tra il 2000 e il 2005 c'è stata una significativa riduzione dei casi nel 2006-2007, molto presumibilmente attribuibile all'incremento dell'offerta vaccinale specifica.


La maggioranza delle persone non sviluppa la malattia e solo in casi rari il meningococco supera le difese dell'organismo provocando la meningite. Si ribadisce che episodi epidemici sono assolutamente infrequenti, mentre la maggioranza dei casi del nostro Paese si presenta come casi sporadici. Va anche detto che il focolaio epidemico veneto è anche il prodotto di una concomitanza accidentale di diversi fattori predisponenti: locali affollati, contatti stretti e presenza di molti individui non vaccinati e provenienti da zone del mondo ad alta suscettibilità alla malattia.
La reazione dei Servizi di Sanità pubblica è stata comunque appropriata e tempestiva seguendo le linee guida nazionali e internazionali, anche grazie alla pronta identificazione del germe offerta dal laboratorio di Padova: l'intervento di profilassi è stato massiccio così come l'avviso alla popolazione. In Italia è inoltre operativo da tempo uno speciale sistema di sorveglianza meningiti coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità, accessibile universalmente via web www.epicentro.iss.it. Nei mesi invernali e primaverili, infatti, ci si attende il verificarsi di casi di meningite quali quelli segnalati in più città in questi giorni ed è ragionevole aspettarsi numerose altre segnalazioni, almeno fino alla fine del prossimo mese di aprile. Si ricorda, infine, l'importanza che la popolazione e i medici del territorio del Veneto siano avvisati che ogni caso di febbre, in persone che abbiano avuto contatto con dei casi, sia accuratamente valutato.

Dott. Tommaso Donvito


Fonte del Ministero della Salute

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