Maria S.S. della Croce e la festa agreste della lattuga

La popolazione gioiese è solita festeggiare  il 3 maggio, giorno della Croce in questa Chiesetta. La chiesetta  Madonna della Croce è una delle cappelle rurali più vicine al centro abitato di Gioia. Essa è situata  quasi frontalmente al nuovo Cimitero,  lungo la via vicinale La Villa, su una piccola altura rocciosa e dista dal paese circa un chilometro. […]

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La popolazione gioiese è solita festeggiare  il 3 maggio, giorno della Croce in questa Chiesetta. La chiesetta  Madonna della Croce è una delle cappelle rurali più vicine al centro abitato di Gioia. Essa è situata  quasi frontalmente al nuovo Cimitero,  lungo la via vicinale La Villa, su una piccola altura rocciosa e dista dal paese circa un chilometro. La sua data di fondazione risale agli inizi del 1700. La piccola chiesa appartiene alla famiglia Fiorentini ( Proprietà Fiorentini F.lli ed Eredi ). Proprio a devozione di Pasquale Fiorentini Senior e Junior è stato oggetto di restauri negli anni ottanta, ma oggi versa in condizioni critiche.

La chiesetta è circondata da un giardino. Dopo aver oltrepassato un cancello in ferro, una scalinata di pietra, in leggera salita, fiancheggiata da alberi, porta alla chiesetta. Il piccolo sagrato è racchiuso da una balaustra in tufo traforato.Il prospetto presenta una facciata, di colore rosso,  che è semplice.  lineare, con copertura a spiovente tronco, scandita da lesene laterali e stipiti della porta di accesso leggermente aggettanti. Sulla porta d’ingresso è presente un’apertura circolare racchiusa da una inferriata a forma di Croce, che svolge la funzione di dar luce  e creare la necessaria ventilazione di aria all’interno della chiesa. Al  di sopra dell’ oculo è presente la seguente iscrizione: Proprietà Fiorentini f.lli ed erede.  Questo restauro a devozione di Pasquale Fiorentini seniore e juniore.  La facciata termina con un piccolo campanile a vela, dotato di una campana.

Internamente la chiesa si presenta ad una navata con volte a botte, è grande e spaziosa e di una semplicità che non rivela uno stile particolare.   Di particolare interesse è l’altare, che è poggiato sulla parete di fondo ed è sostenuto da due colonne lavorate. La parte frontale e sottostante l’altare presenta un’artistica lavorazione nella quale è incastonata l’immagine del Cristo risorto. Sull’altare sono presenti tre affreschi: quello centrale, più grande degli altri due, rappresenta la Madonna con il Bambino Gesù in grembo che stringe tra le mani una Croce, elemento che probabilmente ha dato il nome alla chiesa. L’affresco laterale sinistro raffigura un Santo con il volto chinato, nell’atto di scrivere su una pergamena, mentre sul lato destro è dipinto un altro Santo, probabilmente san Giuseppe, come si potrebbe dedurre dal fatto che stringe  un giglio con la mano sinistra.

Sulla parete destra della chiesa si può leggere la seguente iscrizione: In memoria.   In questo santuario di famiglia Fiorentini così prediletto dall’estinto fu tra le lagrime di tutti custodita nelle notte del 5 gennaio 1912 la bella spoglia mortale dell’adorato Pasqualino Fiorentini – tanto istruito negli studi severi classici – e di tanta ineffabile dolcezza di carattere morto a 21 anni non finiti  e troncato senza pietà dalla volontà di Dio.   Un anno dopo.

In passato la cappella era adibita al culto; attualmente il giorno 3 maggio di ogni anno, in ricorrenza della festa della Madonna della Croce, seguendo un’antica tradizione i gioiesi  rendono visita all’icona della Madonna della Croce nella chiesetta a Lei intitolata, la quale viene aperta al culto e viene celebrata la messa con la partecipazione di numerosi fedeli. Un tempo  al termine della celebrazione i fedeli intervenuti si trattenevano nella campagna circostante  la chiesetta,  per trascorrere la giornata all’aperto, nel bel mezzo della ridente primavera, e consumare un pasto all’aperto.  Il culto per Maria, testimone ai piedi di Gesù messo in Croce, è il simbolo della Madre dell’Umanità designata con tale titolo dal Figlio, è il simbolo dell’amore della Madre per il Figlio, dell’umanità sofferente che  nel Cristo sofferente si riscatta dal peccato e con Lui recupera la speranza di una vita degna di essere vissuta.

Nonostante gli interventi di restauro la chiesetta versa in una situazione di  degrado, dovuto non solo al tempo e all’incuria (i proprietari non risiedono a Gioia), ma anche ai continui atti di vandalismo, come rottura della porta d’ingresso furto di arredi sacri, Croce, candelieri. I signori Benagiano, che curano la vigilanza della zona, sono i primi a riscontrare tali azioni vandaliche

Ignoti ladri ultimamente hanno asportato le corone d’argento, che ornavano il capo della Madonna e di Gesù bambino nell’affresco presente nell’abside, hanno rubato persino la campana presente nel campanile a vela; quest’ultima è stata poi rimpiazzata  con  una di dimensioni minori.

La Chiesa della Madonna della Croce necessita  di urgenti restauri, mirati alla conservazione della struttura, a  contrastare l’umidità e a preservare la staticità dell’edificio, nonché l’incolumità dei fedeli e di recupero della decorazione pittorica interna.

Dal nome della contrada, Vero Zelo, in dialetto verzura, il popolo volgarmente chiama la festa col nome di Madonna della verdura o della lattuga.

Sembra che la famiglia proprietaria della Chiesa abbia intenzione di cederla ad una Confraternita gioiese, purché se ne prenda cura  della sua manutenzione  e del culto che si celebrava.

Riporto di seguito una ricerca effettuata dall’ins. Giuseppe Montanarelli, inserita in una brochure realizzata  a maggio del 1997 per conto dell’Associazione Turistica Pro Loco    e del C.R.S.E.C. di Gioia del Colle, dal titolo “Maria S.S. della Croce la tradizionale festa agreste della lattuga”.

L’odierna festa  liturgica della Madonna della Croce, che si festeggia il 3 maggio, ha sostituito l’antica solennità del “Ritrovamento della Santa Croce”.

Dopo la vittoria di Costantino, la santa sua madre Elena, benché ottuagenaria, si recò a Gerusalemme e fece scavare attorno al Calvario per ritrovare la Croce su cui era spirato il Signore. La guarigione miracolosa di un’inferma al contatto del Sacro Legno servì a distinguere dalle altre la Croce vera che poi, in pezzi e frammenti, fu disseminata per il mondo a soddisfare la devozione dei fedeli.

La Chiesa, per regolamentare le solennità del calendario liturgico, trasferì la solennità ” dell’invenzione  della Sacra Croce” del 3 maggio a quella “dell’esaltazione della Santa Croce” del 14 settembre, raggruppando così in quest’ultima data le due memorie in un’unica celebrazione.

Comunque la Chiesa, per non trascurare completamente la ricorrenza del 3 maggio, ha collocato in questa data la memoria gloriosa di “Maria Regina ai piedi della Croce” secondo una antica tradizione iconografica bizantina. 

La città di Gioia del Colle onora la memoria liturgica della Madonna della Croce con una festa agreste svolgentesi nella  Chiesa privata, appartenente alla famiglia Fiorentino, dedicata alla stessa Vergine Maria e ubicata a pochi chilometri dal centro abitato nei pressi del cimitero comunale.

Nella Chiesa è conservato un affresco raffigurante il busto della Madonna con il Bambino Gesù coronati e contemplanti. Sul lato inferiore è presente una Croce simbolo di gloria e salvezza.

La festa, inizialmente, prevedeva l’officio mattutino della celebrazione Eucaristica con la benedizione solenne dei campi, delle verdure e degli uomini. Inoltre era prevista l’esecuzione della bassa musica, il tradizionale pranzo all’aperto nei campi e l’accensione serale del falò e dei mortaretti.

Caratteristica era, nelle zone campestri circostanti la Chiesa, la vendita della fresca lattuga insieme a quella della frutta secca e delle altre verdure campestri. La vendita delle lattughe ai banchi ambulanti era così abbondante che la festa finì con l’essere identificata col titolo di “festa della lattuga” o anche festa degli orti. La Chiesa, chiusa al pubblico per tutto l’anno, veniva aperta nella sola giornata della solennità della Madonna della Croce. Secondo alcune fonti leggendarie la Chiesa fu costruita per racchiudere l’affresco rupestre scoperto dai proprietari della medesima zona rurale.

La festa campestre, nel tempo, divenne molto popolare fino a che nell’anno 1913 si costituì un apposito comitato per la deputazione campestre della Madonna della Croce, per omaggiare la Vergine con una festa degna di memoria. In seguito le vicende belliche da un lato e la regolamentazione canonica dei sacri riti dall’altra hanno ridimensionato le celebrazioni della festa campestre con il suo culto a carattere tradizionalmente privato. La festa odierna prevede l’officio della celebrazione Eucaristica al mattino e per tutta la giornata la visita con l’omaggio devozionale alla Madonna, senza escludere la possibilità di consumare il tradizionale pasto all’aperto nei campi o negli orti circostanti.

Una preziosa reliquia della Santa Croce è odiernamente conservata nella Chiesa Madre di Gioia del Colle.

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18 Ottobre 2018

  • Scuola di Politica

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