Il prof. Leonardo Antonio Losito, detto Ninnì

Il 25 luglio è venuto improvvisamente a mancare all’età di 68 anni, a causa di un infarto, il professor Leonardo Antonio Losito, noto agli amici come Ninnì. L’ultimo saluto si è tenuto il 30 luglio alle 16.15 nella chiesa di Santa Lucia a Gioia del Colle. Nonostante sia vissuto fuori Gioia, anzi fuori dall'Italia per  gran parte della sua vita professionale, tanto che […]

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Il 25 luglio è venuto improvvisamente a mancare all’età di 68 anni, a causa di un infarto, il professor Leonardo Antonio Losito, noto agli amici come Ninnì. L’ultimo saluto si è tenuto il 30 luglio alle 16.15 nella chiesa di Santa Lucia a Gioia del Colle.

Nonostante sia vissuto fuori Gioia, anzi fuori dall'Italia per  gran parte della sua vita professionale, tanto che aveva scelto Varsavia come ultima residenza, era molto legato alla sua città natale, alle sue radici, ai suoi affetti. Più volte durante l'anno tornava a Gioia  per salutare i parenti, gli amici, per motivi di lavoro o per una pausa di riposo. Si interssava dei problemi politico-sociali di Gioia, si informava delle novità   del suo paese. Qualche mese fa era stato costretto a rientrare precipitosamente a Gioia dall'Irlanda,  dove si trovava per motivi di lavoro, per la perdita del caro padre, qualche giorno dopo essere stato tra noi e aver avuto contatti legati alla sua attività di studio e di ricercatore. 

Di qualche anno avanti a lui negli studi liceali ricordo ancora lo scherzo goliardico che  organizzò ad una sua professoressa, gesto che gli costò la bocciatura e la voglia di interrompere gli studi.

Ogni volta che ci incontravamo diceva agli amici che l'essere diventato professore, studioso e ricercatore era addebitabile alla mia persona, perché lo avevo incoraggiato a continuare gli studi e gli avevo venduto una antologia di scrittori e poeti greci. Ma lo diceva non per farmene una colpa, come amava  ripetere continuamente, ma con orgoglio e scherzando, quasi per ringraziarmi per avergli indicato la strada da seguire.

Dopo una breve pausa lavorativa come docente  nell'Istituto Tecnico Industriale di Gioia del Colle  (ancora oggi i suoi alunni di lui conservano il ricordo di un docente che li ha formati non solo su materie scolastiche, ma anche su argomenti extrascolastici, di attualità, di vita e di scelte professionali) ha iniziato a girovagare per il mondo. La sua prima tappa è stata quell'America che lui aveva imparato ad amare sin dai tempi in cui frequentava l'Università di Bari, nella quale si era laureato con una tesi su Bob Dyland.

Aveva fatto parte di gruppi giovanili cuturali e a metà degli anni '70 è stato tra i fondatori dell'ARCI a Gioia del Colle e  ne ha ricoperto la carica di primo Presidente.

Aveva studiato e insegnato in varie e prestigiose Università, sia statali che private, europee e statunitensi, la NYU Fulbrighter e Salzburg Fellow in American Studies: in particolare, nel settore degli International Studies e aveva seguito corsi a Varsavia presso il Collegium Civitas (PKiN) e a Roma alla Link Campus University of Malta.

Ha partecipato a numerose conferenze in tutto il mondo e anche a Gioia, è stato uno storico, un giornalista freelance,  un promotore  del nostro sistema-Paese nei Paesi in cui si recava. I suoi interessi spaziavano in diversi campi e recentemente, vivendo a Varsavia,  era stato attratto dall'analisi dei nessi scientifico-culturali e spirituali (oltre che suglii interessi economico-finanziari)  esistenti tra Italia e Polonia. 

Da sempre appassionato di storia locale e internazionale nel 2013 scrive "Bergamaschi in Polonia. Ricordi della spedizione di Francesco Nuti nel 1863", studio dedicato al garibaldino eroe nazionale della Polonia, morto proprio nel 1863 a Krzykawka combattendo contro le truppe zariste.

Si definiva “inguaribilmente appassionato di storia e valori militari” e questa sua passione lo aveva portato a pubblicare a maggio del 2016 il volume "Guerra fredda e Aeronautica Militare" , nel quale testo analizza il periodo storico  compreso tra la Seconda Guerra Mondiale e la "Caduta del Muro di Berlino", periodo, all'apparenza, di relativa pace, ma realmente complesso e combattuto diplomaticamente ed in modo estenuante tra le due superpotenze, tra Russia e America, tra Patto di Varsavia e NATO.

A settembre avrebbe  dovuto presentare a Gioia il suo ultimo lavoro, un libro con un generale dei Carabinieri che si occupava di furti di opere d’arte, ma un improvviso malore lo ha colto mentre si trovava ad Ostia, insieme al  figlio Silverio, per seguire un concerto del fratello Danny, noto per aver partecipato al festival di Sanremo nel 2004 insieme al cantante gioiese Mario Rosini. Al termine del concerto, invitato dal fratello, è salito sul palco e, dopo esservi sceso, per essere intervistato, si è accasciato al suolo per un  malore, che gli è stato fatale. Sarebbe dovuto rientrare a Gioia dopo pochi giorni, ma vi ha fatto rientro in modo inaspettato per tutti.

Per rinsaldare i rapporti di amicizia e di collaborazione tra la Polonia, sua terra ospitale e Gioia del Colle, grazie all'interessamento del prof. Ninnì Losito e con la collaborazione del signor Angelo Antresini, imprenditore gioiese con interessi commerciali in Polonia, Il 16 dicembre scorso il prof. Losito ha invitato a  Gioia la signora Anna Maria Anders, Senatrice e Ministro della Repubblica di Polonia  per il Dialogo Internazionale, per la inaugurazione della stele commemorativa in onore di suo padre, il Generale Wladyslaw Anders del II Corpo d'Armata che ha combattuto per liberare l'Italia dal nazismo,  Corpo di stanza a San Basilio Mottola , al limite di provincia con Gioia del Colle. I componenti del Corpo d'Armata polacco  venivano a piedi ogni domenica da San Basilio a Gioia del Colle per la celebrazione, nella chiesa di San Francesco, della santa messa che era officiata dal rettore don Vincenzo Angelillo. Al termine della loro missione,nel momento di far rientro in Polonia, nel 1946, i militari polacchi, in segno di ringraziamento per l'ospitalità ricevuta  e per la cordialità manifestata nei loro confronti, fecero dono alla Chiesa di San Francesco di un quadro raffigurante la Patrona della Polonia, la Madonna Nera di Częstochowa.

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Qualche mese fa, quando in un incontro gli confidai che avevo scritto due volumi sul bicentenario della nostra gloriosa Banda Musicale e su avvenimenti importanti verificatisi a Gioia negli ultimi duecento anni, mi chiese di fornirgli una copia per approfondire meglio le sue conoscenze sulla storia di quei due secoli a Gioia.

Mi confidò anche, quando gli accennai che avevo iniziato a portare avanti una ricerca circa l'insediamento di una colonia di ebrei a Gioia, vista la presenza di numerosi cognomi di origine ebraica presenti nel nostro Comune, che poco tempo prima aveva scoperto che il suo cognome, Losito, era di provenienza ebraica. Ne era orgoglioso e mi riferiva che a Roma era stato ricevuto dal rabbino capo e con lui aveva pregato nella sinagoga. Aveva imparato oltre alla conoscenza delle lingue classiche (latino e greco) anche la lingua inglese e americana, il polacco e l'ebraico.

Qualche anno fa, durante il sindacato di Piero Longo, in concomitanza con la celebrazione della  Giornata della Memoria,  si pensò di proporre alla città di Gioia una rievocazione particolare della Shoah con ospiti che sarebbero venuti sin dalla Palestina e da Israele. L'avvocato Lucio Romano, oggi assessore alla Cultura del Comune di Gioia, ricorda così quei giorni: Fu così che incominciammo ad inviarci scritti di intese con cerimoniali e protocolli da rispettare, musiche di sottofondo da far ascoltare agli ospiti del teatro Rossini, testi da declamare, interpreti da procacciare che conoscessero inglese, tedesco ed anche l’israeliano. Io da Gioia e lui da Varsavia: ogni santo giorno al ritmo di almeno una mail ogni dieci minuti! Ninnì era entusiasta di quell’evento: due giorni di lavori, meeting, incontri e dibattiti con sullo sfondo anche il cimitero islamico che stava nascendo qui a Gioia come novità sconvolgente in quanto partorito dalla volontà di un Sindaco storicamente nero e convintamente di destra. Bisognava, tra gli altri incumbenti previsti dal cerimoniale del prof. Losito, andare a prelevare dall’aeroporto di Palese la giovane Livia Link, il ministro israelita ospite a Gioia nel parterre delle personalità previste nella nostra città per la celebrazione della giornata della memoria. Necessitava anche allestire il teatro con i candelieri per la preghiera comune e recuperare i copricapo che Ninnì pretendeva tutti dovessero indossare per la importante cerimonia in teatro. Lui, tranquillo e serafico, rassicurava la mia ansia ben nota, con i suoi discorsi infiniti e per nulla pertinenti circa quello che stava per accadere in città e per cui – al contrario – era necessario tempo e concentrazione adeguata; ma niente… lui continuava a parlare, a passeggiare inutilmente ed a perdere tutto quel tempo prezioso che poteva invece dedicare alla serata che di lì a pochissimo avrebbe avuto inizio. Andò tutto meravigliosamente bene: Livia Link recuperata dall’aeroporto, il teatro stracolmo di gente con il Sindaco e Nininì al leggio a declamare in lingua italiana, inglese e palestinese una preghiera a suffragio delle anime trucidate dai tedeschi in uno scempio di anime e di vite innocenti.

Oggi sono in tanti, sgomenti e increduli per questa tua assurda e inaspettata dipartita, che ti ricordano ancora sorridente con tutti, con la tua parola pacata, con il tuo zaino sulla spalla, come un viandante che percorre le strade di questo mondo alla ricerca della verità, di un dialogo con uomini di diversa estrazione sociale e cultura, di qualcosa che possa appagare la nostra sete di conoscenza e di amicizia fraterna per stabilire quaggiù quei rapporti di fratellanza e di cooperazione che sono alla base del vivere umano e civile. Ti ricorderemo anche per questo e per quel tuo infaticabile impegno in giro per il mondo, uomo libero da ogni laccio, fratello tra i fratelli, uomo cosmopolita, ma  pur sempre legato alla tua terra di origine.

Ciao, Ninnì.

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30 Luglio 2019

  • Scuola di Politica

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