Gemellaggio Gioia del Colle -Targoviste

6 Luglio 2016 Autore:  
Categorie: Primo Piano, Storia, Turismo

GemmellaggioTargoviste, città della Romania, è la sede della contea di Dambovita. Si trova sulla riva destra del fiume Ialomita, a circa 80 Km. da Bucarest, capitale della Romania. I risultati del censimento del 2011 davano a Targoviste 79.610 abitanti, dato che pone la città al 26° posto tra le più grandi della Romania. E’ una città dal passato importante in quanto tra il XV e il XVI secolo è stata la capitale della Valacchia.

Da marzo del 2004 la Romania è entrata a far parte del patto della Nato e dal 1° gennaio 2007 è diventata  Paese membro dell´Unione Europea e, così come previsto dal Trattato istitutivo della Comunità Europea, i suoi cittadini, godono a  pieno titolo del diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri e in Italia.

Il Comune di Gioia del Colle, in un periodo di negoziati propedeutici all’allargamento della UE e prevenendone  la ratifica, ha stipulato accordi  e collaborazione con una città della Romania

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Federico II di Svevia e Gioia del Colle (parte II)

16 Aprile 2020 Autore:  
Categorie: Primo Piano, Storia, Turismo

Padre Bonaventura da Lama parlando di Gioja  riporta che crescendo di giorno in giorno a vista dell’Imperator Federico, quando scese in queste parti, e vi ebbe osservate le selve assai dense, la destinò per luogo di caccia per gli animali selvaggi, vi fabbricò delle torri. Il suo racconto prosegue  con quella che è considerata una  leggenda: Sotto una di quelle torri v’è una prigione chiamata l’Imperatrice, dove è fama che quì Federico avesse tenuta carcerata per capriccio di gelosia la moglie gravida, diceva, d’un paggio, ed avendo partorita dentro il carcere un figlio qual portava sopra di se un segno del padre, si troncò da se medesima le mammelle, ed insieme col parto le inviò al suo marito (l’aspetto del figlio, somigliantissimo al padre, smentirà ogni dubbio di gelosia; ma, si sa, il sospetto di infedeltà ha sempre reso gli uomini ciechi, prepotenti, irrazionali), perlocchè passò all’altra vita, ed attualmente si vede nella Chiesa il deposito, sopra di cui vi è una Dama scolpita con un figliuol nelle fascie, e nel frontespizio uno scudo coll’aquila. Oggi questa prigione vien proibita, perdendo chi vi entra ogni speranza di Vita.   Da quel giorno, ogni notte, nella torre del castello detta ora Torre dell’Imperatrice si ode un flebile, straziante lamento: il lamento di una donna offesa che protesta all’infinito la propria innocenza. Tale leggenda viene ripresa dallo storico Pantaleo.

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Incontro con il sindaco Giovanni Mastrangelo

17 Giugno 2019 Autore:  
Categorie: Attualità, Comunicati

Il giorno 17 giugno 2019 l'avv. Gennaro Losito e il prof. Francesco Giannini, dopo richiesta scritta di udienza, hanno incontrato il neo sindaco di Gioia del Colle, avv. Giovanni Mastrangelo, per notiziarlo su alcune proposte presentate nel marzo scorso  al Commissario Prefettizio, dott. Umberto Postiglione, proposte che non avevano ottenuto risoluzione poiché il Commissario  aveva ritenuto essere di competenza della nuova amministrazione comunale.

All’incontro è stata presente anche la Direttrice della Biblioteca comunale, dott.ssa Arianna Addabbo.

1-I richiedenti hanno ricordato al sindaco che in data 8 marzo 2019  il "Centro Studi Antonio Donvito genius loci" aveva presentato al Commissario Prefettizio, dott. Umberto Postiglione, una richiesta per intitolazione di una strada cittadina al prof Antonio Donvito, studioso di storia di Gioia e autore di testi sul Castello Normanno-Svevo, sugli scavi archeologici di Monte Sannace e di numerose pubblicazioni inerenti il territorio di Gioia e dei dintorni. A tale richiesta era stata  allegata una corposa scheda biografica, con l'indicazione degli studi e dei lavori pubblicati nonché degli incarichi ricoperti dal prof. Antonio Donvito, giustificativa di tale proposta.

Il sindaco, preso atto di tale richiesta, e, in virtù dei meriti e dell'impegno costante profuso dal prof. Donvito negli studi e nell'approfondimento delle origini di Gioia e della sua storia nel corso dei secoli, nonché dei meriti acquisiti in diversi campi e dei numerosi incarichi ricoperti, ha aderito a tale proposta e, alla presenza della dott.ssa Addabbo, ha affermato che avrebbe interessato l’ufficio preposto per  avviare gli adempimenti consequenziali al conseguimento dell'obiettivo richiesto.

2-I presenti  hanno altresì ricordato che il "Centro Studi A. Donvito" in data 7 marzo 2019 ha protocollato una richiesta di istituzione di solennità civile il giorno 14 febbraio, in ricordo della data dell’eccidio dei Martiri del 1799, citando la richiesta del Consiglio comunale de 24-11-1898. Tale evento, infatti, portò il Consiglio comunale di Gioia a deliberare in data 24-11-1898 sulle seguenti proposte: 1- Che in Piazza Jovia o Largo Castello, pel giorno 12 febbraio 1899, se sia possibile, sorga un piccolo monumento in marmo, o in bronzo, con una lapide portante i nomi dei Del Re, Losito, Filippo Petrera, Silvio Bonavoglia e don Michele Petrera. 2- Che detta Piazza prenda il  nome di Piazza de' Martiri del 1799, nel giorno del centenario. 3- Che il giorno 12 febbraio 1799 sia solennemente commemorato.

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Il centenario del completamento della Chiesa di Santa Lucia

Agiografia

Gli Atti del martirio di Santa Lucia (Siracusa 283-304), il cosiddetto Codice Papadopulo, narrano di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in gloria che le diceva: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? Nella visione S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana.

In quel tempo erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano. Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente. Il proconsole allora ordina che la donna sia costretta con la forza, ma lei diventa così pesante, che decine di uomini non riescono a spostarla. Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vede addirittura quasi ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l'Arconte che, per piegarla all'abiura, la sottopone a tormenti.

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Il Museo della Civiltà Contadina sul mensile Bridge Puglia-Usa

bridge-puglia-usaSul numero di novembre 2016 del mensile Bridge Puglia-USA è stato pubblicato il seguente articolo, segno tangibile dell'interesse che gli americani nutrono per le tradizioni della nostra Terra e  per la salvaguardia del patrimonio che il nostro Museo della Civiltà Contadina conserva intatto, a dispetto dell'opera distruttrice del tempo e della scarsa attenzione di coloro che dovrebbero valorizzare tale patrimonio.

Tra i mestieri di un tempo 
A Gioia del Colle, nel Museo della Civiltà Contadina

Un’imponente, straordinaria collezione di oggetti e attrezzi antichi legati ai mestieri più diversi. 
Vito Santoiemma, fondatore del museo, li ha raccolti, partendo dagli arnesi delle attività di famiglia, nell’arco di diversi decenni. E vorrebbe far diventare il museo patrimonio della collettività

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Il Campo di internamento nell’ex Mulino-Pastificio ” A. Pagano “

5 Marzo 2010 Autore:  
Categorie: Storia

Mulino PaganoQuest'anno ricorre il 70° anniversario dell'istituzione, a Gioia del Colle, di un campo di internamento per  ebrei.

Con il Regio Decreto 8 giugno 1938, n. 1415, si dava mandato al Ministro dell'Interno di disporre con ulteriore proprio decreto l'internamento dei cittadini nemici, in grado di portare armi o che comunque potessero svolgere attività dannose nei confronti dello Stato italiano.

A seguito delle leggi razziali del 1938 ( Regio Decreto Legge 5 settembre 1938-XVI, n. 1390, Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista e Regio Decreto Legge 17 novembre 1938-XVI, n.1728, Provvedimenti per la difesa della razza italiana ), ad emulazione di quanto stava accadendo in Germania,  in Italia si dà avvio alla discriminazione degli ebrei  qui residenti, ad iniziare dalla proibizione di matrimoni, dalla revoca della cittadinanza nel caso fosse stata ottenuta posteriormente al 1° gennaio 1919 e dall’obbligo dell'abbandono del territorio del Regno italiano.

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La Chiesa di San Vito Martire

26 Aprile 2009 Autore:  
Categorie: Storia

vitomartireLa venerazione di San Vito da parte dei gioiesi è stata sempre molto sentita; ne è una testimonianza tangibile il fatto che a numerosi nascituri viene imposto il nome del Santo martire, sia isolatamente che accompagnato dal nome di un altro Santo ( Antonio, Nicola, Giuseppe, Leonardo, Maria… ).

San Vito può vantare a Gioia l'intitolazione di tre chiese: la prima, più comunemente ricordata come quella della Purificazione o della Candelora, viene indicata dal popolo come la vecchia Chiesa di San Vito per la presenza di una statua del Santo, la seconda è il primo semplice edificio che ha ospitato la sede parrocchiale e nella quale si celebra la messa nei giorni feriali e la terza corrisponde alla nuova Chiesa, dove gli abitanti del quartiere  partecipano alle funzioni liturgiche nei giorni festivi e di precetto e dove si impartiscono i sacramenti.

L'idea di istituire una nuova parrocchia a Gioia risale a don Sante Milano ( 1887-1976 ), chiamato don Santino per distinguerlo dall'omonimo cugino e sacerdote,  noto per essere stato il fondatore della Chiesa dell'Immacolata Concezione di Lourdes.

Quest'anno ricorre il 50° anniversario  della erezione canonica della parrocchia di S. Vito; infatti viene eretta come parrocchia  dall'Arcivescovo di Bari Mons. Enrico Nicodemo, il 29 novembre 1959, l'anno in cui Papa Giovanni XXIII annuncia al mondo l'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.

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Franco Belgiorno Nettis

3 Aprile 2008 Autore:  
Categorie: Gioia Nota

Nasce il 20 giugno 1915 a Cassano delle Murge, da Belgiorno-Nettis Giovanni, ferroviere, nativo di Gioia del Colle e da Teresa Massaro, originaria di Cassano, e muore nel 2006 per postumi da caduta, che mettono fuori uso il suo pace-maker, mentre nella sua villa di Portovenere si accingeva a completare l'allestimento di un museo di arte. Ha vissuto i primi anni della sua vita a Gioia del Colle, dove ha frequentato fino alla terza elementare; successivamente la sua famiglia si trasferisce dal nostro paese.

Dopo aver frequentato la Scuola di Avviamento Professionale  e un anno presso il laboratorio Scuola Thaon de Revel di Taranto, si iscrive al Liceo Scientifico di Taranto dove consegue il diploma di maturità.

Nel 1933, dopo aver superato un concorso nelle Ferrovie dello Stato, è nominato sottocapostazione a Trebisacce ( CS ).

Supera altresì il concorso di ammissione all'Accademia Militare di Torino, dalla quale esce con il grado di tenente, specializzazione Genio. Durante il secondo conflitto mondiale per atti di eroismo sul fronte africano ottiene una medaglia d'argento al valore  militare. Dopo la caduta di Tobruch nel 1942 è fatto prigioniero dagli inglesi e confinato in India fino al termine del conflitto mondiale.

Quei cinque anni di prigionia gli permettono di perfezionare la conoscenza e la pratica della lingua inglese, di coltivare gli studi di ingegneria e la sua passione per l'arte.

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