Ricordo di don Vito Marotta a 10 anni dalla morte

28 Marzo 2019 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia

don Vito Marotta

Il 2 aprile 2019 ricorre il decimo anniversario della morte di un nostro illustre concittadino: il sacerdote don Vito Marotta, il quale  nasce a Gioia del Colle il 4 maggio del 1955.  E' un percorso insolito quello di don Vito prima abbracciare la scelta sacerdotale, scelta maturata in età adulta, come è confermato  dalla data dell'avvenuta ordinazione a trenta anni; infatti  viene ordinato presbitero il 17 ottobre 1985.  Dopo aver completato gli studi superiori sceglie di mettersi al servizio del prossimo per curare il corpo, le malattie fisiche, iscrivendosi alla facoltà di medicina. Dopo aver frequentato quel corso di studi per quattro anni  comprende che la sua missione è quella di prendersi cura dell'uomo, ma in particolare della sua anima, del suo spirito, delle sue sofferenze morali e della sua povertà, ad imitazione dell'insegnamento  di Gesù, mite e umile di cuore, dedicando la sua vita a diffondere il messaggio salvifico di Cristo e donando  se stesso a Lui, alla Chiesa  e ai fratelli.  

L'Arcivescovo di Bari, mons. Mariano Magrassi lo nomina parroco  della parrocchia di Sant'Agostino di Modugno, paese alle porte di Bari, che si stava espandendo  per la presenza di una vasta area industriale e perché  sede preferita dei baresi che avevano scelto di risiedere in periferia piuttosto che nel capoluogo. Dopo sei anni di pastorale nel paese di Modugno  l'arcivescovo mons. Francesco Cacucci, conoscendo le sue doti umane e la sua profonda carica di fede, lo nomina responsabile della parrocchia del SS. Salvatore, di Loseto, una frazione alle porte di Bari, priva di servizi e persino di una chiesa. Don Vito si mette subito al lavoro e riesce a far costruire la chiesa, progettata  dall'architetto Ottavio Di Blasi un tempo collaboratore dell'architetto Renzo Piano, che, inaugurata nel 2000, diviene non solo luogo di preghiera, ma anche centro di aggregazione di giovani e adulti, luogo di condivisione di problematiche  e di necessità di una comunità che voleva uscire dall'isolamento e dall'emarginazione in cui era stata confinata. Continua la Lettura

Il pastificio Marella

Antonio MarellaIl pastificio Marella, come ricorda lo stesso titolare dell'azienda,  avvia la sua attività  lavorativa ricalcando le orme di famiglia. 

A Gioia del Colle nacque nel 1897 Giovannino Vitto, nonno di mia moglie Grazia. Dopo una cruenta guerra sul Piave, quando molti emigravano per cercare  fortuna   nei nuovi mondi,  "Giuannine  culechiatte" (nome e soprannome), decise di avviare, da pioniere, insieme alla moglie Graziella, un'attività di salumeria-gastronomia, con annessa piccola   produzione di prodotti tipici locali, fra cui la pasta tradizionale e prodotti da forno come i taralli e la peddechedde" focaccina impastata con le patate e adeguatamente imbottita, il più delle volte ed a richiesta del cliente, con salumi o formaggi. Profumi, sapori e nostalgie di altri tempi che continuano a riempirci il  cuore. ( Dal sito  Pastificio Marella ).   

L’azienda Marella, a conduzione prettamente familiare, rinasce  a Gioia nel 1987. Produce paste artigianali di semola di grano duro, prodotti da forno e dolci di mandorla della tradizione pugliese, utilizzando solo materie prime locali. Infatti tutti i grani sono coltivati sugli altopiani murgesi e Tavoliere di Puglia da piccole Aziende agricole nelle diverse varietà Cappelli, Simeto, Svevo, Arcangelo, Duro Lucano, Quadrato, Kronos, trasformati in semola nel piccolo mulino CAMEMA in Altamura ed utilizzati in blend negli impasti utilizzati. In particolare, il grano Senatore Cappelli, risorto a nuove colture, produce una SEMOLA

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Michele Fasano

Tra i tanti nostri concittadini che per motivi di lavoro hanno dovuto allontanarsi dal nostro paese, ma che conservano l’amore per la propria famiglia e le proprie origini per cui   spesso e volentieri torna a Gioia per respirare l’aria del paese natio e per incontrare gli amici con cui scambiare esperienze e continuare a coltivare  relazioni e tradizioni, c’è  Michele Fasano, regista e produttore indipendente.

E’ nato a Gioia del Colle (Bari) nel 1965 da un’insegnante elementare ed un funzionario dell’Ufficio del Registro, poi divenuto Ufficio delle Entrate. Completa gli studi superiori a Gioia del Colle, dove nel 1984 consegue la Maturità Classica presso il Liceo Ginnasio “Publio Virgilio Marone”.

Le sue inclinazioni e aspirazioni lo portano ad allontanarsi da Gioia. Si laurea presso l’Università di Bologna in Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) con una tesi in Estetica: La poetica di Andrej Tarkovskij, ricerca basata sulle lezioni di regia del maestro russo stenografate presso il VGIK di Mosca, inedite e custodite presso l’ “Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij” a Firenze. Continua la Lettura

Il dott. Vincenzo Vitagliani

23 Luglio 2018 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo

Il dott. Vincenzo Vitagliani, gioiese di adozione, è venuto a mancare il  21 luglio del 2018. Nato a Foggia, figlio di un sorvegliante delle Ferrovie dello Stato che lì operava, si è trasferito a Gioia, dove ha trascorso la giovinezza. Ha frequentato le scuole liceali e la facoltà di Medicina presso  l'Università degli Studi di Bari. Si è specializzato presso l'Università di Pavia e ha svolto la sua professione presso l'ospedale di Vicenza. A buon diritto si può considerare gioiese di adozione non solo per aver vissuto molti anni a Gioia, ma anche perché ogni anno ritornava nel nostro paese per incontrare i genitori e i parenti. E, anche quando i suoi genitori e due sue sorelle sono venuti a mancare, è sempre tornato a Gioia  per ritrovare sia questi affetti perduti, presenti nel cimitero di Gioia dove sono sepolti, che quelli dei parenti ancora qui residenti.

Il Giornale di Vicenza il 23 luglio 2018  ha dedicato una mezza pagina alla figura del dott. Vitagliani; la giornalista Silvia Dal Maso  così ne ricorda la figura.

Thiene. L'ex primario di Rianimazione del Boldrini aveva 87 anni. Addio a Vitagliani Medico pioniere nella lotta al dolore.

Grande l'impegno anche in campo trasfusionale. Era stato anche consigliere comunale a metà degli anni '90. La figlia:" Viveva il suo lavoro come missione".

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Iginio Iurilli

Iginio Iurilli nasce nel 1943 a  Gioia del Colle, dove suo padre, sottufficiale dell'A.M., lavorava presso la base aerea del 36° Stormo. Attualmente  vive e lavora a Capurso.

Ha studiato Scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Roma.

Conseguito il diploma di scenografia lavora per un anno presso lo studio di due architetti. Nel 1968 si trasferisce definitivamente a Bari dove insegna nel locale  liceo artistico e successivamente all’Istituto Statale d’Arte, nella stessa scuola che aveva frequentato da  alunno.

Inizia la sua attività  artistica come pittore. Nel 1970 espone a Bari presso lo Sporting Club, ma già nel 1977 decide di non far più il pittore. Avverte il disagio di una pittura che si andava facendo troppo conclusa in un formalismo da frigorifero luccicante, come lui stesso afferma.

Passa quindi dalla pittura monodimensionale alla scultura, arte tridimensionale.

Durante i primi anni realizza scenografie per i teatri Petruzzelli e Piccinni di Bari.

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Il vocabolario del dialetto di Gioia del Colle

3 Luglio 2017 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo, Storia

Sta per essere pubblicata la seconda edizione del ' Vocabolario del dialetto di Gioia del Colle ', da parte del signor Lorenzo Santoiemma, ' il giovane cantore pugliese della sua Gioia del Colle ', come lo definisce Ettore De Nobili, poeta vernacolare barese, nella prefazione al testo.

Questo ultimo lavoro riassume quanto l'autore aveva precedentemente raccolto nei quattro volumetti ' Il piacere di ricordare Gioia ' e si inserisce nel filone tracciato dal prof. Giuseppe Donatone, che ha scritto una grammaticale dialettale gioiese ( Saggio etimologico sul dialetto gioiese ), dal prof. Vito Celiberti che ha raccolto canti popolari e proverbi dialettali gioiesi ( Canti popolari di Gioia del Colle ), da quest'ultimo studioso insieme alla  maestra Seldina Matarrese  ( Il cuore antico di Goia del Colle in proverbi e detti vari ) e per ultimo, ma non di minore importanza dall'amico prof. Pinuccio Romano ( I paròle de tatàranne ).

Lo stesso De Nobili così riassume l'amore di Santoiemma per la sua terra e il suo dialetto: Emigrato da molti anni per motivi di lavoro nella grande metropoli lombarda, Milano, è sempre stata struggente per Lorenzo la nostalgia per il suo paese natìo, dove aveva trascorso gli indimenticabili anni della sua giovinezza. Nonostante il benessere raggiunto e i figli di stampo milanese, a lui mancavano il sole e il mare di Puglia, le voci, i suoni, gli odori, i sapori… e il dialetto del suo paese.

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Gli 80 anni del prof. Vito Antonio Lozito

Il prof. Vito Antonio Lozito durante una conferenza

Vito Antonio Lozito nasce a Gioia il 21-6-1937 da genitori gioiesi che operano nel settore dell’agricoltura.

Don Vincenzo Angelillo, rettore della chiesa di S. Francesco e direttore del Convitto Manzoni, avendo intravisto in lui una mente ben dotata e in grado di ben figurare in campo sociale, fine che non avrebbe potuto conseguire a causa delle modeste risorse finanziarie della sua famiglia, lo aiuta e lo sprona a continuare gli studi.

Lozito non tradisce le aspettative del suo mecenate e si laurea il Lettere. Inizia la sua carriera scolastica in giro per l’Italia finché approda a Gioia, dove insegna nella Scuola Media Carano e successivamente nel Liceo Classico, dove termina la sua carriera di docente.

Non smetterà di alimentare l’amicizia, quasi fratellanza, con don Vincenzo Angelillo a tal punto che dopo la sua morte cerca di raccogliere la sua produzione letteraria e pubblicare parti inedite dello studioso sacerdote gioiese e di dedicare alcuni studi sull’approfondimento e analisi delle sue opere. Da ricordare in tal senso  la pubblicazione nel 1896 del volume ‘ La poesia e la cultura  di Vincenzo Angelilli ‘.

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Donato Leo

2 Giugno 2017 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo

Donato LeoDonato Leo, 76enne, Maresciallo Maggiore " aiutante " carica speciale, dei Carabinieri, in pensione da oltre 24 anni è nato a Gioia del Colle.

Dopo aver girovagato l'Italia, in Toscana durante l'alluvione di Firenze, in Calabria, ha fissato la sua residenza in Sicilia, a Rocca di Capri Leone ( Comune di circa 4.500 abitanti in provincia di Messina ) .

Si è avvicinato alla poesia nel dicembre del 2008. Ha scritto oltre 700 poesie ed ha pubblicato sei libri. Nel 2010 ha pubblicato " Ricordi di gioventù ", nel 2012 il volume " Pensieri ed espressioni dell'animo, nel 2013 " Inno all'amore e al dolore ", nel 2014 è la volta di  " Le parole del cuore ", nel 2016 pubblica " Melodie in versi " e " Emozioni e sentimenti ".

Ha partecipato a numerosi concorsi letterari, nazionali ed internazionali, e ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali: Targa di merito ed attestato per l'opera " il Vuoto " dell'Accademia  dei Bronzi di Catanzaro, nel 2013, pergamena e pubblicazione sul premio per aver partecipato al concorso " Premio Nazionale 2013 terza edizione Poesia edita " Leandro Polverini " in Anzio, ha conseguito il secondo posto nella sezione Poesia Sperimentale, targa di merito ed attestato per l'opera " Mezzo secolo d'amore " alla terza edizione Accademia dei Bronzi di Catanzaro.

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L’Inferno in dialetto gioiese

1 Giugno 2017 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo

Dopo aver perso il ' Paradiso ' Gioia ritrova l' ' Inferno '. 

Fuor di metafora, Gioia dopo aver assistito alla chiusura dello storico Ospedale ' Paradiso ' si ritrova con l'Inferno dantesco. 

L'idea di tradurre l'Inferno nel vernacolo gioiese è venuta ad un nostro concittadino, classe 1935, che vive a Milano, dove risiede da molti anni. L'autore non ha mai dimenticato le sue origini gioiesi, le proprie radici e con cura costante si adopera per  mantenere vivi gli usi e i costumi del paese natio.

E' lo stesso autore a indicarci le motivazioni di questa sua scelta, che ha riportato nell'introduzione che precede  la traduzione in vernacolo Gioiese.

Tutto nasce dall'esigenza, terminata l'attività lavorativa, di tenere in esercizio e sempre attiva la scatola della memoria che, se s'inceppa, ahi! son guai.

E così dopo essermi impegnato a scrivere i quattro volumetti del " Piacere di ricordare Gioia ", il " Vocabolario del dialetto di Gioia del Colle " ed alcune poesie in dialetto gioiese inviate ad un concorso di poesie in vernacolo, che fare mi son detto, oltre che leggere e fare altro per tenere in esercizio la mente?

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Il dott. Angelo Iacobellis e l’epatite C

13 Agosto 2016 Autore:  
Categorie: Gioiesi nel Mondo

Dott. Angelo IacobellisTra i tanti dottori gioiesi che per i loro studi e le loro ricerche fanno onore al nostro paese va annoverato Angelo Iacobellis, gastroenterologo in servizio presso la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Pubblichiamo un articolo a firma di Dalila Bellacicco nel quale si evidenziano i risultati da lui raggiunti nella cura dell'epatite C.

L’infezione da virus dell’epatite C

Recenti innovazioni terapeutiche  finalizzate alla cura della malattia epatica in fase avanzata, proposte dal Dr. Angelo Iacobellis.

Accogliamo con grande gioia la notizia che le innovazioni terapeutiche proposte dal nostro  Angelo Iacobellis, in pubblicazione a febbraio sulla rivista internazionale Journal of Hepatology e da lui presentate in questi giorni in un giro congressuale in Puglia, sono approdate presso l’FDA Americana dopo essere state positivamente commentate dal Prof. J. Vierling, Presidente dell’American Association of Liver Disease. Questo studio pilota servirà ad avviare dei trials multicentrici internazionali. Un evento che darà vita a nuovi scenari di ricerca per sconfiggere le patologie che affliggono i malati di epatite C e cirrosi, ed ulteriori stimoli per l’instancabile epatologo gioiese. Di seguito alcune sue note su tali, innovative, sperimentazioni.

Il paziente con cirrosi epatica con già evidente versamento ascitico, ittero, o pregresso episodio di sanguinamento delle varici esofagee, è ritenuto un paziente con scarse possibilità terapeutiche. Le cure sono palliative e cercano di compensare ad ogni alterazione che si verifica mediante la modulazione dei diuretici, l’utilizzo di albumina, beta-bloccanti e di altre metodiche strumentali, quali la gastroscopia per legatura delle varici esofagee, a rischio di sanguinamento. Dopo 5 anni dal primo scompenso, la sopravvivenza di questi pazienti è del 50%. Si tratta quindi di un’aspettativa di vita alquanto breve e senza l’alternativa del trapianto di fegato.

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