La festa del 1° maggio a Montursi

illustrazione dell’epoca raffigurante lo scoppio della bomba ad Haymarket Square

Il 1° maggio 1886 si tenne a Chicago uno sciopero di lavoratori, che chiedevano migliori condizioni di lavoro e la durata della giornata lavorativa di otto ore. Il giorno 4 maggio successivo, durante un comizio sindacale  tenuto allo Haymarket Square di Chicago, si verificò lo scoppio di una bomba, che provocò la morte di una decina di persone tra lavoratori e poliziotti. Il movimento socialista dei lavoratori, in onore delle vittime di quell’ attentato, nel 1889 proclamò il 1° maggio  come Festa del Lavoro.

Nell’anno 1955 a partire dal  1° maggio, giorno della Festa del Lavoro, papa Pio XII istituiva la Festa di S. Giuseppe artigiano, protettore dei lavoratori. Continua la Lettura

Il giardino della Stazione ferroviaria

Giardino della Stazione ferroviaria

In un tempo in cui il mezzo di locomozione più veloce per spostarsi da una località all’ altra era costituito dai treni, le Amministrazioni comunali  si prendevano cura dell’arredo urbano nei pressi della stazione ferroviaria, come gradevole biglietto da visita da offrire a quanti si recavano in quella città per motivi familiari, turistici o lavorativi.

La linea ferroviaria che passa per Gioia del Colle nasce come derivazione e prolungamento della ferrovia Adriatica dovendo collegare la città di Bari a quella di Taranto, i loro due porti  e quindi la sponda dell’Adriatico con quella dello Ionio. Continua la Lettura

Due mestieri in estinzione: il gelataio ambulante e il venditore di “grattamariànne”

28 Aprile 2020 Autore:  
Categorie: Prodotti Locali, Storia

il carretto del gelataio, Museo della Civiltà Contadina del dott. Vito Santoiemma

Il gelataio ambulante

In passato nulla  andava perduto, neppure la neve, che veniva recuperata e stipata  nelle neviere.

Allorquando si verificavano delle nevicate, atteso che non si registrava né la presenza di inquinamento atmosferico  né di piogge o nevicate acide ( basti pensare che la neve appena caduta veniva tranquillamente raccolta e assaporata con il vincotto ), la neve,  veniva recuperata e dopo essere stata ” tagliata “, per mezzo di badili,  nella parte superficiale, per evitare danni alle culture sottostanti, era trasportata nelle neviere, che non erano molto distanti dal paese,  con una specie di portantina a mano a quattro portatori, chiamata vaiardo. Continua la Lettura

Un mestiere scomparso: il carrizzaro

il  carrizzaro

Fino agli anni ’20 del Novecento in molti paesi della nostra Italia, e anche a Gioia, le case era sprovviste di servizi igienici, come quelli che sono in uso nelle nostre abitazioni.

Benché il poeta latino Orazio già in passato descrivesse la Puglia siticulosa, terra assetata: siderum insedit vapor siticulosae  Apuliae (arriva alle stelle l’afa della Puglia sitibonda) il nostro Comune era ed  è  ancora ricco di falde freatiche. Questa particolarità ha fatto sì che molte case monofamiliari fossero provviste di un pozzo di acqua sorgiva, che per la sua purezza, dovuta all’ assenza di inquinamento, era utilizzata per tutti gli usi domestici e per gli animali. Continua la Lettura

Primo centenario delle Parrocchie di Santa Lucia e Immacolata di Lourdes

25 Aprile 2020 Autore:  
Categorie: Comunicati, Primo Piano, Storia

Chiesa Santa Lucia

Quest’anno ricorre il primo centenario dell’inizio dell’attività liturgico-pastorale di due Parrocchie di Gioia del Colle.

Fino al 1920 Gioia aveva una sola Parrocchia: l’antica Colleggiata di S. Maria Maggiore o Chiesa Matrice.

L’abate Francesco Paolo Losapio nel suo Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari, detta anche Livia afferma: La chiesa di Gioja sotto il titolo di S. Pietro (denominazione precedente a quella attuale di Chiesa Matrice) avea inservito fin dalla sua origine a Riccardo Siniscalco fondatore di essa, ed all’Imperatore Federico II   che l’arricchirono e la dotarono di vastissimi feudi serrati, demani aperti e ricche possessioni, facendone una Chiesa Palatina Collegiale, che ben tosto andremo a vederla anche Collegiata insigne, gloriosa e rispettabile…. Ma da una carta del 1591, che riporterà nella nota al ritratto dell’arciprete Polangelo, si rileva, che verso l’anno 1540, ella fu elevata per le cure di D. Mariano a collegiata insigne, e l’arciprete ottenne il grado di prima dignità, la di cui collazione fu riservata alla Santa Sede, come sempre si è mantenuta sino al presente. Continua la Lettura

Il pericoloso e affascinante mestiere del fuochista

Il Vocabolario Treccani, oltre a quattro definizioni correnti di fochista, riporta  anche quella che nel nostro caso ci interessa: termine usato come sinonimo antico e regionale di artificiere, chi cioè prepara e vende fuochi artificiali.

Spesso il nome utilizzato per indicare l’addetto alla preparazione di fuochi d’artificio è indicato con il termine fochista, probabilmente per distinguerlo da fuochista: colui che, in ferrovia,  alimenta e sorveglia il fuoco nelle locomotive a vapore e coadiuva il macchinista nelle mansioni di minore importanza; il personale che,  in marina, è addetto alle caldaie e alle macchine, alle dipendenze degli ufficiali macchinisti; chi, nell’industria siderurgica, carica il carbone nei forni o manovra e sorveglia le caldaie a nafta e a vapore; chi, nei lavori stradali, provvede all’alimentazione della caldaia del rullo compressore.

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Il Vocabolario Treccani, oltre a quattro definizioni correnti di fochista, riporta  anche quella che nel nostro caso ci interessa: termine usato come sinonimo antico e regionale di artificiere, chi cioè prepara e vende fuochi artificiali.

Spesso il nome utilizzato per indicare l’addetto alla preparazione di fuochi d’artificio è indicato con il termine fochista, probabilmente per distinguerlo da fuochista: colui che, in ferrovia,  alimenta e sorveglia il fuoco nelle locomotive a vapore e coadiuva il macchinista nelle mansioni di minore importanza; il personale che,  in marina, è addetto alle caldaie e alle macchine, alle dipendenze degli ufficiali macchinisti; chi, nell’industria siderurgica, carica il carbone nei forni o manovra e sorveglia le caldaie a nafta e a vapore; chi, nei lavori stradali, provvede all’alimentazione della caldaia del rullo compressore.

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Storia di ricorrenti epidemie

Il 2020 sarà ricordato dalla generazione attuale come il peggior flagello per l’umanità dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La storia, però, ci insegna che simili malattie si ripetono puntualmente secondo ricorsi storici di Vichiana memoria.

Possiamo affermare che l’umanità convive da sempre con le epidemie. Sin dall’antichità,  infatti, le civiltà hanno dovuto affrontare varie ondate epidemiche che si sono spesso protratte per molti anni.

Una delle più famose epidemie dell’antichità fu la cosiddetta “ Peste di Atene”, che tra il 430 e il 426 A.C. ebbe un bilancio di vittime tra 75 mila e 100 mila persone.

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Don Vito Leonardo Cardetta nel 10° anniversario della morte

21 Aprile 2020 Autore:  
Categorie: Storia

Don Leonardo Cardetta

Don Vito Leonardo Cardetta, meglio noto come don Leonardo, nasce a Gioia il 9-10-1945 e muore il 21-4-2010.
Da giovane frequenta la Parrocchia della Madonna Immacolata di Lourdes, retta da don Giovanni Ingravallo. Ed infatti si deve a don Giovanni l’aver favorito in lui quel discernimento interiore che lo porterà, al termine degli studi tecnici superiori, ad entrare in seminario per prepararsi alla futura missione sacerdotale, che sentiva come vera vocazione da alimentare. Al termine del percorso nel seminario maggiore di Molfetta nel 1970 viene ordinato sacerdote.
Ha svolto il suo compito pastorale a Gioia in diverse Chiese. I parrocchiani della Chiesa di Santa Lucia lo ricordano quando per un breve periodo ha svolto la funzione di vice parroco. La sua presenza più assidua è stata, però, nella Chiesa di San Domenico, nella quale ha svolto il compito di Rettore, subentrando a don Santino Milano allorquando costui per motivi di salute e per età fu costretto a ritirarsi. Continua la Lettura

La Scuola Enologica

19 Aprile 2020 Autore:  
Categorie: Prodotti Locali, Storia

La vocazione di Gioia per la coltivazione di vigneti, per la produzione di vino e in particolare di quello primativo è attestata da numerose fonti storiche.

Dall’Apprezzo della Terra di Gioia del 1611, redatto dal tavolario Federico Pinto, apprendiamo che nella detta Terra di Gioja si fa abbondanza di vino e di molta bona qualità per le comode vigne che possedono detti cittadini. Tra le ‘Entrate Burgensatiche’ (quelle delle terre di piena e libera proprietà del feudatario, del barone, riportate nel detto Apprezzo) troviamo quelle provenienti dalle vigne, che ammontavano a 30 ducati.

Nell’Apprezzo di Gioia del 1640 di Honofrio Tangho si dice: In detti territori …. Sono seminatori, pascolatori, vigne, giardini, hortalizi …. In essi si fanno vini bianchi, rossi d’ogni sorta, le quali sono sufficienti per comodità de cittadini … L’Università di detta Terra tiene d’introito docati 4000 incirca. Le quali provengono da …. dazio del vino del minuto…. gabella del vino mosto …

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La Scuola Popolare di Disegno e di Calligrafia

18 Aprile 2020 Autore:  
Categorie: Gioia Nota, Storia

Gli anni ’80 dell’800 sono stati importanti per l’istruzione nel nostro Comune, tanto che ad agosto del 1890 la Giunta comunale esprime un voto di ringraziamento all’Ispettore Scolastico  per la medaglia d’argento conferita da Ministero al Comune di Gioia quale benemerito della Pubblica Istruzione, a riguardo dell’insegnamento elementare.

A novembre del 1880 il Consiglio comunale è chiamato a deliberare circa l’impianto di una Scuola Enologica, della quale nel 1883 viene proposto il progetto dello Statuto, successivamente approvato nel 1884 come Statuto organico Scuola Consorziale di Viticoltura e Enologia. Sempre nel 1884 viene nominato il rappresentante del Comune nel Consorzio della Scuola Enologica e si parla di riforma del Ginnasio Losapio, per il quale nel 1885 si chiede la trasformazione da Scuole Ginnasiali in Scuole Tecniche. Nel 1886 la Giunta comunale approva la spesa per una capanna sul podere della Scuola Enologica e nel 1887 il fitto della vigna della stessa Scuola.

Nel 1889 si pensa di costruire una palestra per la scuola elementare e vengono effettuati i pagamenti per i lavori di completamento del pianterreno dell’edificio scolastico.

Nel 1890 in Consiglio viene espresso un voto per lo scioglimento del Consorzio della Scuola Enologica ed invertire il concorso del Comune per l’impianto di una Scuola secondaria, nonché l’impianto di tre nuove scuole elementari e la proposta di ampliamento dell’Edificio scolastico ad uso delle scuole femminili, che si trovavano in locali disadatti e antigienici.

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