I Lariulà

lariulaUn’altra eccellenza gioiese, in campo culturale e meritevole di menzione, per il pregevole sforzo che profonde  nel recupero delle tradizioni popolari della nostra gente, è costituita da gruppo folk I Lariulà.

Seguiamo dalle parole di uno dei cofondatori, presidente  e componente del quintetto gioiese, Tommaso Lillo, la genesi e il successo di questo brillante gruppo musicale.

Durante l'organizzazione della notte di San Lorenzo del 2007, su richiesta del direttivo della Pro Loco di Gioia del Colle, venne chiesto ad alcuni coristi di accompagnare i canti tradizionali gioiesi e pugliesi che Leonardo “Ninnì” Flavio soleva intonare durante le sue esibizioni improvvisate nella sua bottega di parrucchiere nel quartiere di “Minz o larije” ( borgo storico avvolto intorno a Piazza XX Settembre ).

Tra i musicisti e cantanti che aderirono vi erano Teresa Benincasa, Adele e Giuseppe Tramacere

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‘ Anapeson ‘ di Francesco Dongiovanni

francesco-dongiovanni_directorDopo: Densamente spopolata è la felicità  (Italia, 2011 – 48'), dopo Elegie dall’inizio del mondo – Uomini e alberi  (Italia, 2013 – 38') e dopo Giano  (Italia, 2014 – 50') il 9 settembre 2016 nel chiostro del Comune di Gioia è stato presentato  il quarto  film di Francesco Dongiovanni: Anapeson ( sottotitolo: senza sonno ).  

Anapeson è un Cristo bambino in stato di sospensione, né seduto né disteso, che guarda alla sua fine con occhi aperti e chiusi.

Lascio ai critici il giudizio sulla bontà delle tecniche utilizzate per il suo lavoro, per soffermarmi sul messaggio che il regista ha voluto esprimere attraverso le immagini che ha proposto.

Lo spunto per questo lavoro è venuto dalla lettura del Viaggio nel Regno di Napoli, scritto dal naturalista svizzero il conte  Carlo Ulisse De Salis Marschlins, vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, esperto di agricoltura e botanica. Nel 1789 attraversò il Regno di Napoli, partendo dalla capitale e passando per la varie regioni del sud Italia. Ritornato in patria, colpito dalla bellezza dei luoghi visitati e dall’operosità delle popolazioni residenti, decise di scrivere un resoconto del suo viaggio.

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La Trattoria Pugliese

10 Settembre 2016 Autore:  
Categorie: Prodotti Locali, Storia, Turismo

piatto-puglieseDa un’intervista rilasciata nel 1969 dal signor Amleto, il vecchio gestore, ad alcuni studenti della Scuola Media Carano apprendiamo che centocinquantatre  anni fa, ai numeri civici 9-11 di via Concezione, strada sita di fronte all’ingresso principale del castello Normanno-Svevo di Gioia, veniva aperta una osteria, che, dal cognome degli originari gestori, prese la denominazione di trattoria Pugliese. Uno dei due locali fungeva da cucina e l’altro da sala da pranzo.

Nel 1888 è  la signora Crescenza, vedova Pugliese, a  continuare  la tradizione di famiglia.

Prima dello scoppio della prima guerra mondiale la trattoria viene ereditata da Vito Pugliese. Alla morte di Vito la gestione passa  alla moglie Favale Maria.  

Al termine della seconda guerra mondiale, nel 1946, questo esercizio commerciale viene gestito da una nipote della famiglia Pugliese, la signora Dorotea Pugliese, insieme al marito Amleto, il quale era, di origini,  leccese.

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La masseria e la Cappella Nardulli

Mass NardulliA circa tre chilometri da Gioia, sulla strada  provinciale che porta alla frazione di Montursi è ubicata la masseria Nardulli, che prende nome dal primo proprietario (don Francesco Nardulli, 1696-1761) .

Questa costruzione è citata nel catasto onciario del 1750, catasto realizzato sin dal 1741 sotto il regno di Carlo III di Borbone per un migliore assetto del sistema fiscale. Infatti ogni individuo veniva tassato in base ai beni che possedeva e al mestiere che svolgeva.

La masseria è abbastanza grande e presenta numerosi ambienti adibiti sia per abitazione che per stalle, lamioni per attrezzi, depositi di cereali e paglia, forno e stazzi all’aperto e recintati ad uso degli ranimali.

La sua costruzione dovrebbe risalire alla metà del XVIII secolo. Infatti sull’arco che sormonta l’ingresso della masseria, su due livelli  è scolpita la seguente iscrizione: D. F. N.  in alto e  A. D. 1753 in basso  ( Don Francesco Nardulli     Anno del Signore 1753 ).

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Santa Sofia prima Patrona di Gioia

7 Settembre 2016 Autore:  
Categorie: Storia, Turismo

s-sofiaNon solo le giovani generazioni, ma anche molti tra i meno giovani ignorano che la prima Santa patrona di Gioia è stata Santa Sofia.  

Secondo la tradizione cristiana S. Sofia è venerata insieme alle tre figlie Pistis, Elpis, Agape, nomi greci che significano rispettivamente Sapienza, Fede, Speranza, Carità. Tutte e quattro sono state martiri sotto l’imperatore Traiano. La più antica notizia sulla loro esistenza e venerazione risale alla fine del sec. VI, al presbitero Giovanni, il quale parla di sepolcri dei martiri romani al tempo di s. Gregorio Magno (590-604); successivamente afferma che esse erano venerate sulla via Aurelia con nomi greci e sulla via Appia con nomi latini. 

Al tempo di papa Paolo I (760), i corpi delle sante martiri, furono trasferiti nella chiesa di s. Silvestro in Campo Marzio. 

I loro nomi furono inseriti al 1° agosto nel Martirologio di Usuardo, mentre nel 1500 il Baronio li inserì nel Martirologio Romano sdoppiando le date delle loro festività: le tre figlie al 1° agosto e la madre S. Sofia al 30 settembre. In Oriente, invece,  S. Sofia è venerata il 17 settembre.

Alcuni studiosi mettono in dubbio la reale esistenza delle quattro sante, considerandole figure allegoriche delle virtù di cui portavano il nome. Nell’arte hanno avuto un loro spazio abbastanza importante sia in Oriente che in Occidente e  anche il  culto di S. Sofia e delle tre simboliche figlie Fede, Speranza, Carità è sopravvissuto sia in Oriente ( Costantinopoli, Kiev, Novograd, Salonicco,Bulgaria ) dove sono presenti grandi chiese a loro intitolate, proprio perché la Santa impersonava la Sapienza Divina, sia in  Occidente, dove questa santa si è trasformata in una premurosa  mamma che protegge le sue figlie sotto il suo mantello.

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Frammenti dall’Imperatore

LocandinaPorte LOC 1Ancora una volta il Centro storico di Gioia del Colle è tornato a rivivere e ad animarsi con una nuova edizione de Le Porte dell’Imperatore, una manifestazione artistico-culturale che ha visto la partecipazione di giovani ed adulti. Dopo la prima e la seconda edizione de Le Porte dell’Imperatore nel 2011 e nel 2012 si è passati quest’anno alla terza edizione, che ha avuto come sottotitolo Frammenti dall’Imperatore.

La manifestazione proposta e realizzata, come le precedenti, dall’Associazione  artistico-culturale Artensione e con il patrocinio del Comune di Gioia del Colle, si differenzia dalle altre non solo perché, oltre a vedere in azione artisti professionisti, ha coinvolto anche artisti in erba e dilettanti, ma anche per le modalità di attuazione della stessa.

Infatti la partecipazione diretta alla performance artistica era estesa a coloro che avessero compiuto 15 anni di età  e fossero in possesso di buone basi nel campo del disegno.

Era prevista una quota di partecipazione di € 10,00 per ogni concorrente, il cui ricavato sarebbe servito per l’acquisto di due tavolette in legno per ogni partecipante, delle dimensioni di cm. 20×30, e per il restauro o manutenzione delle Porte dell’Imperatore. A carico dei partecipanti sarebbe stato l’acquisto dell’occorrente per disegnare e dipingere. Il tema da disegnare riguardava un immagine del mondo medievale o comunque  collegata alle vicende della vita di Federico II, della sua corte e del suo variegato mondo, costellato da principesse, dame, cavalieri, scrittori, poeti, cortigiane, falconi, medici, guerrieri.

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Il Museo di Angelo Pavoncelli

PavoncelliIn una rientranza del Centro storico di Gioia, in via Michele Petrera  n. 44 si trova  una Porta dell’Imperatore denominata “ Il volo di Federico “, dipinta  nel 2012, con un’atmosfera surreale, dal pittore gioiese  Mario Lozito.

Aprendo questa porta, però, si entra in un mondo reale, che per le giovani generazioni potrebbe avere qualcosa di surreale, ma che per chi è più avanti negli anni è quanto mai  reale e ci rimanda al passato: è un Museo particolarissimo, è la rievocazione di alcune nostre tradizioni che un nostro concittadino e proprietario della struttura edilizia, Angelo Pavoncelli, innamorato della sua e della nostra Gioia del Colle, con passione certosina e con tenacia e sacrificio ha voluto recuperare nel corso si qualche decennio; si tratta di  oggetti e materiali appartenenti alla nostra civiltà contadina, insieme ad altri oggetti tipici della nostra civiltà pre-industriale ed industriale.

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La treccia di fior di latte più lunga del mondo

TrecciaIl 14 luglio 2007  Gioia ha  vissuto una giornata indimenticabile.

I produttori della rinomata mozzarella Fior di latte gioiese qualche mese prima di quella data avevano pensato di tentare di azzerare il record detenuto dal Comune di Sala Consilina, città in provincia di Salerno, che qualche anno prima aveva prodotto una treccia di  latte di bufala della lunghezza di mt. 45.

La sfida che Gioia del Colle aveva deciso di lanciare, grazie ad una cordata di imprenditori locali del settore caseario capitanata da Pinuccio Capurso, titolare dell'omonimo caseificio Capurso, era quella di battere quel record detenuto dal Comune di Sala Consilina e produrre una treccia di fior di latte della lunghezza di mt. 100 in modo da realizzare il nuovo Guinness world record " La treccia più lunga del mondo ".

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Il Palio delle Botti

PalioAnche se ai diversi ingressi nella città di Gioia circa 20 anni fa furono posti sei segnali turistici con la scritta: Gioia del Colle,città federiciana del vino primitivo e della mozzarella,  non tutti, neppure molti gioiesi,  sanno che Gioia del Colle è la  patria del vino primitivo. Quando si parla di primitivo pugliese la mente corre subito a Manduria, paese a circa 95 Km da Gioia in provincia di Taranto, assurto agli onori delle cronache per essere produttore affermato del prezioso nettare.

Ad onor  del vero spetta al canonico gioiese Francesco Filippo  Indellicati ( 1767- 1831 ) il merito di aver impiantato  a Gioia  il primo vitigno di primitivo alla fine del ‘700, anche se si suppone che già nei secoli VIII-III a. C. nel territorio nei dintorni di Gioia si producesse vino, come farebbe pensare il ritrovamento di numerosi contenitori in argilla, ritrovati nell’antico sito peuceta di Monte Sannace  a 5 Km. da Gioia, destinati a contenere vino.

Per chi volesse maggiori informazioni sul primitivo di Gioia è possibile consultare su questo sito il post: www.gioiadelcolle.info/cantina-polvanera/.

Per  riscoprire e valorizzare le tradizioni e i prodotti di eccellenza del nostro paese, grazie ad un’idea di Claudio Santorelli, in collaborazione con il laboratorio di idee ‘ Il Faro ‘ e di Gioia del Colle Joha il 27 agosto 2016 si è tenuta la prima edizione del ‘ Palio delle Botti ‘ Trofeo  ‘ Città del primitivo ‘.

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