La biblioteca comunale ” Don Vincenzo Angelillo “

15 Novembre 2010 Autore:  
Categorie: Storia

In passato, quando Gioia e il resto del Sud erano governati dai Borboni, i sovrani non trascurarono

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l'istituzione di nuove biblioteche e soprattutto lo sviluppo della Biblioteca della Regia Università di Napoli.

Essi sollecitarono altresì  la realizzazione di significativi lavori catalografici e inventariali nella Reale Biblioteca. Tale biblioteca fu  donata alla città di Napoli da Carlo di Borbone allorquando nel 1734 si insediò sul trono di Napoli.

Nel gennaio 1736 il re dispose il trasferimento da Parma a Napoli della prestigiosa biblioteca di Casa Farnese, ereditata per successione materna.

I Borboni emanarono anche disposizioni che prevedevano l’obbligo dell’istituzione di biblioteche pubbliche nei vari Comuni del Regno e predisposero notevoli investimenti per la costituzione di biblioteche specializzate e di biblioteche comunali nelle diverse province del Regno.

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L’Acquedotto Pugliese e Gioia

Acquedotto PuglieseLa  costruzione

Sono trascorsi pochi anni dalla celebrazione del centenario della nascita dell’Acquedotto Pugliese.

Gran parte dell’acqua piovana delle precipitazioni invernali, a causa della conformazione del suolo pugliese, scorre verso il mare mentre quel poco che resta penetra rapidamente nelle fratture del sottosuolo.

Il sottosuolo pugliese è ricco di acqua; questa, a causa della profondità della falda, fino a qualche tempo fa non era facilmente estraibile, per cui da sempre è stata utilizzata l'acqua piovana, che veniva raccolta in cisterne. Queste ultime queste, però, non garantivano quantità sufficienti specialmente nel periodo estivo né la necessaria prevenzione da malattie o epidemie. La stagione delle piogge, limitata al periodo ottobre-aprile, con precipitazioni assai modeste tra 1400 e 600 mm., la mancanza di veri corsi d'acqua, la conformazione carsica del suolo, le elevate temperature estive causano eccessiva evaporazione, rendono il territorio arso e carente di acqua per gli usi domestici.

Il poeta latino Orazio già in passato descriveva la Puglia siticulosa, terra assetata: siderum insedit vapor siticulosae Apuliae ( arriva alle stelle l'afa della Puglia sitibonda ).

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